Una tela di Penelope, un bluff, una telenovela che dura dal 2014.
Il calvario del Piemonte sembra non dover finire e le notizie relative alle sospensioni dei ricoveri, quelle sulla mancata pubblicazione nella Gazzetta ufficiale del decreto attuativo, o i rischi di una mancata copertura finanziaria per la realizzazione del Polo di riabilitazione sanno ormai di beffa.
Continuano le reazioni al recente provvedimento del manager del Papardo Michele Vullo che in vista delle ferie ha sospeso i ricoveri a Medicina e chirurgia al Piemonte, scatenando polemiche.
La deputata regionale Bernardette Grasso, Forza Italia, che già la scorsa settimana aveva tuonato sulla mancanza di certezze economiche, scende nuovamente in campo: “Ho scritto all’assessore regionale alla Sanità, Baldassarre Gucciardi, evidenziando la precarietà del sistema ospedaliero messinese, con particolare riferimento all’ospedale Piemonte, dove in seguito alla nota del direttore generale dell’Azienda Papardo, relativa alla rimodulazione dell’attività di degenza del Piemonte, è sospeso il funzionamento del pronto soccorso della struttura, per permettere la riduzione dei posti letto e dei costi per il periodo estivo, scelta scellerata che mette a serio rischio la salute e l’incolumità dei pazienti. Sia pertanto ristabilita la piena operatività dell’attività assistenziale del Piemonte, garantita dalla legge regionale 24 del 2015, senza perdere altro tempo. Si faccia altresì chiarezza sui decreti di accorpamento, ad oggi non ancora pubblicati. Servono da subito certezze utili a portare oltre la palude la sanità della nostra città”.
Restando in casa Forza Italia interviene anche la parlamentare Mariella Gullo che chiede al ministro Lorenzin l’invio degli ispettori in riva allo Stretto: “Nonostante sia stata approvata la legge regionale che prevede l’accorpamento del Piemonte all’IRCCS-Neurolesi, sebbene siano stati prodotti i pareri da parte dei Ministeri della Salute e dell’Economia e Finanze, ancora oggi l’ospedale Piemonte rischia di chiudere con conseguenze drammatiche. L’unico responsabile di tale teatro dell’assurdo non può che essere il governatore Rosario Crocetta, il quale evidentemente non ha alcun interesse a risolvere la questione. E’ una situazione paradossale considerato che c’è il rischio che il Pronto soccorso possa chiudere nonostante il Piemonte abbia tutte le carte in regola per continuare a svolgere la sua funzione fondamentale attraverso la fusione con l’IRCCS-Neurolesi. Per questo chiederò al ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, di inviare gli ispettori per indagare sulle cause che bloccano il processo di fusione previsto da una legge regionale e avallato dallo stesso Ministero”.
L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi da UilFpl e Anaao-Assomed attraverso diverse note che sottolineavano la drammaticità della situazione nonostante tutti gli impegni presi e le promesse fatte. “Ci risulta che il decreto di attuazione giaccia nel cassetto di qualche dirigente dell’Assessorato alla Salute e ciò sta impedendo che venga pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale regionale- scrivono Calapai, Macrì e Pata- Se così fosse invitiamo l’assessore Baldo Gucciardi ad avviare le dovute verifiche, caso contrario saremo costretti a denunciare alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti tale situazione d’impasse che sta mettendo in discussione l’applicazione della leggei. Richiamiamo ancora una volta la politica cittadina alle proprie responsabilità perché è un delitto continuare a mantenere il Piemonte in una sorta di limbo, con il rischio che venga chiuso dal manager Michele Vullo, proposito più volte esplicitato dallo stesso anche a mezzo stampa”.
A conti fatti, nonostante mesi e mesi di battaglie, sedute all’Ars, conferenze stampa, riunioni, trasferte a Roma, comunicati, dibattiti, il Piemonte è ancora nel limbo, il Polo riabilitativo non è una certezza acquisita, la legge arranca e a pagare è la città.
Rosaria Brancato