MESSINA – Ieri al Palacultura Federico Basile ha rivendicato i risultati del Pon Metro 2014-20. Il sindaco ha sottolineato: ““Digitalizzazione del territorio, efficientamento energetico, mobilità green, supporto alle attività di inclusione sociale, risanamento e riforestazione urbana. Il tutto con una dotazione finanziaria superiore a 160 milioni di euro. Sono una parte degli interventi finanziati, con un supporto decisivo per la crescita e lo sviluppo della città di Messina. E i progetti continuano con il programma 2021-27”.
In particolare, il Programma operativo Città metropolitane consiste nella progettazione d’investimenti nel segno dello sviluppo urbano sostenibile. Ed è co-finanziato dall’Unione europea. Allora, in generale, si può dire chiaramente che tutto serve tranne che gridare lo slogan meno Europa. A Messina e ovunque si ha bisogno di rafforzare la capacità progettuale, valorizzando al massimo i fondi europei. Il lavoro iniziato con l’assessora Carlotta Previti, a partire dall’amministrazione De Luca, rappresenta un fondamentale punto di riferimento anche per la progettazione futura.
Altro elemento decisivo diventa curare ogni aspetto in corso d’opera, con verifiche costanti da parte della macchina comunale e senza mai perdere di vista gli obiettivi. Se alcuni elementi della città sono migliorati, ma la strada è davvero in salita e la politica deve fare un salto di qualità a tutti i livelli, lo si deve anche all’Europa e alla dimensione della progettazione. Su questa strada bisogna insistere, affinando sempre di più gli strumenti progettuali, a partire dallo staff e dalle strategie di sviluppo per Messina. Questa, in prospettiva, è una chiave per cambiare in meglio la città.
Ecco i sette assi del Pon Metro, con un ponte verso quello che si deve ancora realizzare, come l’I-hub, che dovrebbe diventare un polo tecnologico innovativo, in sinergia con l’Università.
Si legge nella programmazione: “Obiettivi, ricadute del progetto I-hub e target di riferimento.
Il progetto si inquadra in una più ampia prospettiva di riqualificazione di un’area di interesse strategico per la Città di Messina e per tutta l’Area metropolitana, attraverso la realizzazione dell’I-hub dello Stretto.
Quest’ultimo, seppur dotato dei più avanzati livelli di infrastrutturazione tecnologica e servizi digitali in grado di rendere “non necessario” uno spazio fisico di incontro e di lavoro/studio, rivoluzionerà proprio la concezione di “luogo di lavoro”, “ufficio”, “studio”, attraverso la realizzazione di “spazi fisici” innovativi, smart e green, in grado di rendere la permanenza in questi spazi realmente confortevole”.
“L’i-hub dello Stretto, nel suo insieme, sarà costituito da un complesso di tre edifici (Ex Mercato Ittico, Ex Silos/Granai ed Ex Magazzini Generali) totalmente riqualificati secondo logiche NZeb (edifici a energia quasi zero, n.d.r.), smart e di resilienza.
La resilienza sarà determinata dall’utilizzo di nuove tecnologie per rendere l’area capace di operare senza accesso ai servizi limitrofi: no rete Internet cablata, no Water Distribution, no Energy. Un’isola (self-Island) che, tramite energia elettrica e acqua autoprodotte, e connessa con sistemi 5G, sarà in grado di continuare ad operare in modo resiliente senza alcuna discontinuità con no-human-intervention.
L’intervento oggetto di finanziamento costituisce il primo step verso la realizzazione del’I HUB dello Stretto, e si incentra sulla riqualificazione urbana ed anche sociale dell’area di progetto, caratterizzata da uno stato di degrado ambientale e sociale dovuto all’abbandono degli edifici negli anni per cessazione delle attività connesse al loro utilizzo e che, di conseguenza, costituiscono rischio per la cittadinanza”.
“Tale intervento si concretizza nella demolizione dei primi due edifici, ex mercato Ittico ed Ex Magazzini Generali, ormai fatiscenti e degradati. La demolizione, che avrà il suo seguito con le successive linee di finanziamento mediante la ricostruzione di edifici NZeb e smart e di un’area totalmente green, è volta a migliorare la fruibilità e la qualità di uno spazio urbano ormai abbandonato e dismesso ma che costituisce una grande potenzialità per la città, la cui rifunzionalizzazione sarà finalizzata all’interesse collettivo con l’ottica del ripristino e del recupero funzionale dello spazio per usi e attività di interesse collettivo”.