“Noi crediamo che 13,5 miliardi sia il valore aggiornato del ponte sullo Stretto. I tempi sono invece legati all’approvazione del Cipess. La legge dice entro il 31 dicembre 2024 e quindi il 2025 sarà l’anno della prima attività sul territorio”. Lo ha dichiarato l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, a margine del convegno di Unioncamere sulla grande opera. E ha aggiunto: “In tutto le stime sono 8 anni per il completamento dell’opera. Prevediamo per il 2032 l’apertura al traffico del ponte” (fonte Ansa).
Ha evidenziato sempre Ciucci: “La cifra sulla quale abbiamo ragionato finora è 12 miliardi, che non comprendeva però gli aggiornamenti previsti dalla legge. 13,5 miliardi è il valore aggiornato e stiamo definendo gli accordi con tutti i diversi affidatari. Stiamo pure valutando le richieste presentate dai vari enti e Conferenze dei servizi. E questa cifra è il nostro traguardo”.
E ancora: “Il numero dei rilievi espressi dal Mase sono forse sotto media. Stiamo parlando di un progetto da 13,5 miliardi, 40 chilometri di strade e autostrade, una metropolitana tra Villa San Giovanni e Messina, un centro direzionale, le opere compensative. Se consideriamo questo, sessanta osservazioni e raccomandazioni sono abbastanza poche o comunque nella normalità. Delle 62 prescrizioni, due verranno verificate dopo l’apertura al traffico del ponte. Noi saremo più rapidi possibile” (Ansa).
Il coordinamento No ponte dà appuntamento il 14 dicembre a Piazza Lo Sardo, a Messina, in vista di una manifestazione nazionale a Roma. Una vera e propria giornata no ponte nell’ambito di una mobilitazione permanente.
Sottolinea il coordinamento, di cui fanno parte varie realtà associative, comitati civici e partiti: “Ci siamo riuniti per fare il punto della situazione dopo l’importante e riuscita iniziativa del 15 novembre a Roma e alla luce del grottesco parere della commissione riguardo alla Valutazione dell’impatto ambientale Via e Vas (Valutazione ambientale strategica). È emersa la convinzione comune che la lotta deve continuare e che sicuramente il risultato non potrà che essere positivo. Ovvero la vittoria finale di un movimento e di un popolo che vuole utilizzare i soldi previsti per l’ipotetica costruzione del ponte sullo Stretto per finanziare le tante opere prioritarie di cui hanno bisogno i nostri territori. Vogliamo autostrade efficienti, strade secondarie e provinciali, ferrovie a doppio binario e alta velocità, la mitigazione del dissesto idrogeologico e il completamento delle opere incompiute esistenti da decenni, solo per citarne alcune”.