MESSINA – Pietro Ciucci in Commissione ponte. Un’audizione, a Palazzo Zanca, destinata a fare discutere. L’amministratore delegato della società “Stretto di Messina” è intervenuto nella Commissione presieduta da Pippo Trischitta per aggiornare sul progetto, prima di lasciare la parola ai tecnici. Ha promesso di “dare priorità in termini di ricadute per il territorio. Tutto quello che si può fare qui lo si farà. L’occupazione? La nostra previsione è di 30mila lavoratori diretti e 90mila nell’indotto”. Ma quali figure serviranno anche nel territorio? Un programma di formazione è in programma a cura della società. Il piano degli espropri sarà pubblicato invece prossima settimana dopo la Conferenza dei servizi. Critico, invece, il Partito democratico: nella resistenza del ponte a sisma e vento non siamo rimasti convinti”.
Per il vicesindaco Salvatore Mondello la sfida è “governare i processi di sviluppo legati alla costruzione del ponte. L’amministrazione continuerà a collaborare e verificare le strategie di sviluppo in funzione degli interessi della città. Tracciare nuove direttrici infrastrutturali che collegano Messina nord con il centro città diventa centrale per il futuro dell’assetto territoriale. Anche il Pums, discusso in Consiglio, non può essere avulso dal ragionamento attorno al ponte”.
A sua volta, Nello Pergolizzi, presidente del Consiglio comunale, ha elogiato “Trischitta e la sua tenacia nel voler realizzare questa Commissione, oggi al centro dell’attenzione. Mi auguro che i disagi, legati alla realizzazione, saranno attenuati al massimo, sentendo sempre la voce del Consiglio”.
Un saluto istituzionale anche dall’ammiraglio Nunzio Martello, coordinatore del tavolo tecnico ministeriale per la sicurezza della navigazione nello Stretto di Messina: “Sono certo che i disagi saranno limitati e che sia un’occasione per Messina. Importante è che, se inizia, debba finire. Messina deve essere all’avanguardia anche su questo”. L’ammiraglio ha chiesto “scusa a nome della città” per la contestazione no ponte, che aveva fatto slittare i tempi dell’audizione per via dei cori e delle grida.
A nome dell’Ordine degli architetti, è intervenuta poi Clara Stella Vicari Aversa: “Si tratta di una grande occasione per il nostro territorio. Noi architetti daremo il nostro contributo alla rigenerazione urbana e paesaggistica”. Dopo i saluti anche del consigliere della VI Municipalità Salvatore Scandurra, il sindaco Federico Basile ha ricordato che “al di là delle posizioni ideologiche, il progetto rappresenta il naturale andamento di una legge dello Stato. Si tratta di un’opera faraonica di cui si disquisisce da anni. Lo spirito è quello di creare un’infrastruttura unica legata al corridoio Palermo-Berlino che tantissimi anni fa fu disegnato dall’Unione europea. Va bene ascoltare le posizioni contrapposte ma sempre mantenendo il senso delle istituzioni, Staremo accanto a chi dovrà realizzare l’opera ma sempre avendo come obiettivo la tutela del territorio, che è il bene primario su cui ci stiamo confrontando”.
Poi ha preso la parola l’ad Pietro Ciucci: “Il progetto del ponte non è solo l’attraversamento. Ci sono tanti aspetti da considerare. Si tratta di una tessera di sistemi stradali e ferroviari in ottica europea. Noi siamo ripartiti con un decreto legge 35 dello scorso anno. Decreto che ha stabilito le nuove regole dell’assetto societario e per la ripartenza. La società Stretto di Messina è ora in house, sotto il controllo direttamente del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il rapporto diretto con il governo è un elemento significativo. Si è deciso di ripartire dal progetto definitivo del 2011. Nella finanziaria, 11 miliardi e 630 milioni di euro sono stati stanziati per garantire una larghissima parte del fabbisogno dell’opera. E siamo arrivati alla copertura di 12 miliardi, con una stima del valore di rendimenti del ponte superiore al 4%. Con il ministro Salvini, si è lavorato per avere subito la copertura. E diventa molto difficile che i lavori si possano fermare, dando maggiori certezze al territorio”.
Ha aggiunto Ciucci: “Su questo correggo persino il ministro Salvini: la società Stretto di Messina non è vecchia, non è quella di 40 anni fa. È una società nata a giugno. Abbiamo creato un’organizzazione con professionisti di alto livello che potessero gestire un progetto di questa portata. Ora la società continuerà a crescere, soprattutto a Messina. Oggi siamo una novantina di persone e abbiamo professionisti di buonissima qualità. Questo ponte è, a mio avviso, il collegamento più efficiente fra due regioni che superano i 7 milioni d’abitanti. L’impatto occupazionale? Si stima che in cantiere saranno occupati mediamente 4.300 addetti all’anno, che raggiungeranno un picco di 7.000 addetti nel periodo di maggiore produzione. Per tutta la durata del cantiere (la previsione è di 7 anni, n.d.r.) si avrà dunque un impatto occupazionale diretto di circa 30.000 unità lavorative per anno, cui aggiungere l’impatto occupazionale indiretto e indotto. Un impatto indiretto stimato in 90.000 unità” (per un totale di 120.000 ula, unità lavorative per anno, n.d..r.).