Quanto pesa la classe politica messinese sulle decisioni nazionali lo si vedrà veramente nelle prossime settimane. Certo, anche il peso della politica siciliana e meridionale è sembrato molto ma molto “light” alla luce dei risultati del PNRR, ovvero ri-finanziamenti di progetti già finanziati e per di più nulla di realmente decisivo per colmare il gap.
Ma tant’è, scontiamo almeno un paio di decenni di politici impalpabili a Roma interessati più ai propri equilibri che al riscatto della Sicilia e di Messina. L’occasione però adesso c’è. Ci sono due tematiche che sono diventate cruciali: il Ponte e la legge speciale sul risanamento. Sul Ponte sullo Stretto si è sbilanciata la ministra Carfagna spiegando che sì, è vero, l’opera non è nel Recovery ma si può fare ugualmente con i soldi nazionali e regionali, così come chiedono Sicilia e Calabria. E dal 12 maggio quando la relazione della Commissione di esperti finirà in Parlamento si capirà quanto si possa passare dalle parole ai fatti.
Sul risanamento finalmente si dovrebbe essere vicini all’ultimo miglio. Finalmente dopo un secolo di annunci periodici la norma dovrebbe arrivare al traguardo, il 24 in Aula a Montecitorio, con un accordo tra tutti i partiti in stile “Draghi”. Sarebbe la prima volta in assoluto, dopo i tentativi andati a vuoto dell’allora deputato Pancrazio De Pasquale, che dallo Stato arrivano risorse e attenzioni per le ferite delle baraccopoli.
Tra Ponte e risanamento quindi assisteremo ad una rinnovata, anzi, del tutto inedita finora, attenzione per Messina, con la possibilità di avere PERSINO I SOLDI. Riusciranno i nostri eroi nell’obiettivo di fare quello che nei decenni passati hanno fatto con successo per i loro territori altri parlamentari? O siamo destinati ad essere subalterni perché la nostra classe politica si considera subalterna? Nell’attesa i fronti restano caldissimi.
Sul Ponte e sul risanamento è in prima linea sin dall’inizio la parlamentare azzurra Matilde Siracusano che sottolinea l’importanza della dichiarazione della ministra Mara Carfagna a favore della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Soprattutto Matilde Siracusano centra il cuore del momento: Ponte e risanamento sono facce diverse della stessa medaglia.
“Le infrastrutture si iniziano e si portano a termine solo se c’è una chiara volontà politica. E noi di Forza Italia riteniamo che il governo debba averla proprio sul tema del Ponte- commenta Matilde Siracusano– In Commissione Ambiente alla Camera si è costituito il comitato ristretto per la proposta di legge cha ha come obiettivo quello di cancellare le baraccopoli di Messina. Il testo sarà in Aula a Montecitorio il 24 maggio. Il Meridione ha bisogno di risposte e di opportunità: il Ponte sullo Stretto e il risanamento delle zone disagiate di Messina sono due facce della stessa medaglia, due chiavi per la rinascita”.
In Sicilia a ribadire che è l’ora delle decisioni chiare è la capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars Elvira Amata che invita Draghi e il ministro Giovannini ad uscire allo scoperto e dire chiaramente cosa intendano fare sul Ponte. “Basta con i balletti delle dichiarazioni politiche, siciliani e calabresi sono stanchi di sentire chiacchiere – aggiunge Amata – bisogna passare ai fatti. Giovannini ha dichiarato che il Pnrr è stato chiuso e inviato a Bruxelles, che va letta con attenzione la relazione della commissione di esperti, ma il ministro non dice cosa e come vuol procedere il governo nazionale. Qual è la linea del governo relativamente al Ponte sullo Stretto? La linea nazionale di Fratelli d’Italia, è chiara da sempre: il Ponte sullo Stretto va realizzato affinché il Sud resti parte integrante dell’Europa”.
Sempre all’Ars la deputata di Forza Italia Bernadette Grasso ha depositato una mozione per proporre al governo Draghi tutte le iniziative necessarie per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. “Mi riferisco all’utilizzo del Piano complementare che garantirebbe la realizzazione dei lavori e piena occupazione per migliaia di operatori. Ma non solo, garantirebbe la tanto decantata continuità territoriale, di cui tutti parlano ma nessuno si prende carico. Si tratta di un’opera strategica che porterebbe ad un raccordo commerciale tra il Mediterraneo e l’Europa. Una cosa è certa: non possiamo continuare a perdere tempo con inutili commissioni di studio nazionali. Il progetto esiste, c’è solo da stabilire con quali risorse finanziarlo. Il resto è spreco di denaro pubblico a carico degli italiani, a causa dei contenziosi aperti per la mancata realizzazione dell’opera”.
Da Roma a Palermo sono quattro donne in prima linea su questo fronte: la ministra Mara Carfagna, la parlamentare Matilde Siracusano, la capogruppo Ars Elvira Amata e la deputata Bernadette Grasso. E già anche questo è un risultato, perchè per troppo tempo le donne in politica hanno fatto da coreografia e al massimo co-firmatarie delle proposte.