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Ponte. Reggio e Villa San Giovanni ricorrono al Tar, Messina no

Ponte sullo Stretto. C’è un ricorso per chiedere al Tar Lazio l’annullamento del parere della Commissione Via, Valutazione d’impatto ambientale, del ministero dell’Ambiente. Le ragioni? “Vizi di legittimità ed eccesso di potere in ogni sua forma, sollevando dubbi di costituzionalità sulla decretazione d’urgenza del dl Ponte e del dl Infrastrutture”. Villa San Giovanni e la Città metropolitana di Reggio Calabria lo hanno notificato alla presidenza del Consiglio dei ministri e a tutti i ministri interessati, alle Regioni Calabria e Sicilia.

Si legge in una nota della sindaca Giusy Caminiti, della Giunta e del gruppo consiliare “Città in movimento“: “Le due amministrazioni, congiuntamente, sin dall’avvio della procedura, avevano chiesto ai due ministeri competenti (Mase e Mit) di sospendere la procedura in attesa di studi tecnici specifici, evidenziando le lacune progettuali tali da non rendere possibile un giudizio di merito dello stesso. Ed evidenziando il rischio d’incompiuta legato alla cosiddetta “realizzazione per fasi costruttive progressive”. Una richiesta al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (14 e 31 maggio 2024) che continua ad essere valida, considerato che le amministrazioni ad oggi non hanno alcuna conoscenza dell’incidenza diretta del progetto sul territorio comunale e metropolitano. I territori hanno il diritto di avere garanzie e certezze, hanno l’obbligo di tutelare ambiente e paesaggio e di difendere i diritti dei cittadini, hanno il diritto e il dovere di governare le fasi di cambiamento”.

E Messina? Pressing no ponte sul sindaco Basile

Rimane il tema per Messina. Questa la richiesta del consigliere comunale del Partito democratico, Alessandro Russo: “Il sindaco di Messina deve impugnare al Tar il parere Via Vas, Valutazione d’impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica, sul progetto ponte sullo Stretto. Un parere illogico e contraddittorio in violazione degli obblighi di precauzione e prevenzione ambientale”, ha sostenuto l’esponente del Partito democratico.

Subito dopo il segretario provinciale del Pd, Armando Hyerace, ha insistito: “Di fronte a uno scenario tanto allarmante che rischia di trasformarsi in uno scempio ambientale e sociale senza precedenti, chiediamo al sindaco – che ha e deve svolgere una funzione di garanzia nell’interesse generale dei cittadini di Messina e di tutta la provincia – di attivarsi senza ulteriore indugio, come ha già fatto la sindaca di Villa S. Giovanni, per impugnare il parere Via-Vas innanzi al giudice amministrativo”.

“Gli effetti devastanti” del ponte ma anche una linea più morbida da parte di Sud chiama Nord

Questa la recente posizione del primo cittadino di Messina: “Nessuna opera può compensare il disagio. Lo voglio chiarire. In sostanza, il contesto di cantieri e le trasformazioni che questo progetto porterà con sé avrà una portata devastante, capace di ridisegnare  il territorio  e generare una serie di effetti rilevanti. Al di là dell’opera in sé, permane un interesse generale a tutela del territorio e della qualità della vita dei cittadini. Messina rivendica un ruolo attivo nelle decisioni che riguarderanno non solo la costruzione, ma anche la gestione di una struttura che avrà effetti diretti sulla comunità e sulle infrastrutture locali”.

La sensazione però è che Sud chiama Nord punti ormai sul tema delle opere compensative e non intenda rafforzare la contrapposizione con il centrodestra. Due le ragioni: o per “privilegiare il pragmatismo”, come auspicato di recente dal deputato Gallo, o in vista di un flirt sempre maggiore con il centrodestra. Chi vivrà vedrà. In ogni caso, un atteggiamento non di contrapposizione sul piano giuridico è coerente con lo stile moderato del sindaco. Per il resto, chi vivrà vedrà.