“Ma stiamo parlando del Ponte sullo Stretto di Messina o di una infrastruttura costruita con i mattoncini Lego su una zona ad alto rischio sismico? Una zona su cui non sono stati fatti i dovuti approfondimenti, da parte dell’Ingv, relativi a una delle faglie più pericolose, ovvero quella attiva tra la Sicilia e la Calabria? Non esiste infatti uno studio da parte dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia sull’argomento contrariamente a quanto sostenuto dalla commissione Via del ministero dell’Ambiente. E di questo vogliamo che la presidente del consiglio Giorgia Meloni in persona risponda in Parlamento”. Così il segretario regionale del Pd Sicilia e capogruppo Dem in commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo, che ha predisposto “un atto ispettivo urgente rivolto alla premier dopo quanto scoperto – e denunciato – dal quotidiano la Repubblica“.
Così ha scritto la Repubblica, articolo di Alessia Candito e Antonio Fraschilla: “Due lettere molto dure firmate dal presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Carlo Doglioni. Due lettere che non solo smentiscono «qualsiasi coinvolgimento dell’Ingv come istituzione» nell’analisi del rischio sismico e di faglie attive nel progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Ma denunciano anche la mancanza di «esami approfonditi» e coefficienti sottostimati rispetto alla pericolosità dell’area tra la Sicilia e la Calabria”.
Mentre la Regione siciliana dà il via libera sul piano ambientale, sostiene Barbagallo: “Diciamo da tempo che il Ponte sullo Stretto è un’opera faraonica ma di pura propaganda che sottrae risorse ingenti al vero sviluppo del Mezzogiorno. Ma qui siamo di fronte a una documentazione incompleta, o del tutto assente. Le dichiarazioni del presidente di Ingv, che afferma che l’Istituto non ha avuto alcun incarico da parte della società Stretto di Messina a svolgere indagini sulla presenza di faglia attive, impongono senso di responsabilità e un doveroso stop al progetto in attesa di studi dettagliati e completi”.