Nel dl sul Ponte sullo Stretto di Messina, c’è “uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico, sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi”. Così il presidente dell’Anac, Giuseppe Busìa, lamentando che proposte emendative presentate dall’Anac per correggere questa stortura non siano state accolte dal governo. Le maggiori critiche si appuntano però alle nuove norme sugli appalti che entreranno in vigore il primo luglio. “La deroga non può essere la regola” avverte il presidente dell’Anticorruzione, che poi punta l’indice su quelle che definisce le “scorciatoie foriere di rischi”: come l’innalzamento delle soglie per gli affidamenti diretti, specie per servizi e forniture, o l’eliminazione di avvisi e bandi per i lavori fino a cinque milioni di euro.
La replica del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Sono “totalmente infondate le preoccupazioni dell’Anac a proposito del Ponte sullo Stretto, come lo erano quelle sul Nuovo Codice degli Appalti. Non solo perché verrà nominato un responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza, ma anche perché le garanzie a tutela della legalità e del corretto utilizzo dei fondi pubblici sono salvaguardate dalle norme generali del nostro ordinamento nonché dal Codice degli Appalti. Codice degli Appalti che prevede precise responsabilità e sanzioni”.