Politica

Ponte sullo Stretto di Messina. Palazzolo contro Salvini, il no di Unione Popolare

“Tra i simboli folkloristici della Sicilia un tempo vi era il carretto siciliano, oggi il Ponte sullo Stretto che appartiene di diritto al folklore della campagna elettorale salviniana. Se la memoria mi aiuta ricordo che, almeno da un decennio, Matteo Salvini ad ogni turno elettorale lo promette ai siciliani. Da un calcolo veloce, stando alle sue promesse, dovremmo averne già 7 di ponti di Messina, ma di 7 conto solo i 7 nani di Biancaneve. Va bene che in Sicilia conosciamo bene la tradizione del ‘cuntu’, ma quante fiabe vogliono raccontare ancora ai siciliani?”

Lo afferma Gianni Palazzolo, segretario regionale di Azione e capolista alla Camera dei deputati per il Terzo polo, nel Collegio plurinominale Messina-Enna.

Unione Popolare con De Magistris

Arriva anche il parere contrario di “Unione Popolare con De Magistris”. “Da sempre proponiamo, in alternativa, da realizzare con i miliardi di euro che verrebbero spesi per costruire il Ponte: 1. Un sistema efficiente ed economico di trasporti pubblici nello Stretto; 2. La messa in sicurezza delle nostre case, delle nostre scuole e dei nostri territori dal dissesto idrogeologico e dal pericolo sismico; 3. Le piccole opere diffuse e le infrastrutture utili, necessarie, e che portano davvero occupazione a chi vive in Sicilia e Calabria; 4. La bonifica dei nostri territori e dei nostri mari inquinati”.

I motivi contrari sono: 1. Non porta lavoro né per per i messinesi né per i calabresi (come dimostrano le trivellazioni geognostiche avvenute qualche anno fa con ditte di fuori); 2. È inutile dal punto di vista trasportistico, soprattutto per i pendolari: per andare a Villa San Giovanni dovremmo uscire da Messina per arrivare poi fuori da Villa; 3. È un azzardo ingegneristico mai fatto prima e non è sicuro per gli abitanti del posto; 4. Avrebbe un devastante impatto ambientale (si dovrebbero abbattere molte case; ci sarebbero forti ripercussioni sui laghi di Ganzirri, su tutta la zona nord e su Scilla; si produrrebbero enormi quantità di detriti dovuti agli scavi, di difficile collocazione); 5. La gestione della maggior parte dei ponti al mondo è ormai in deficit, e, per farne la manutenzione, attraversarlo costerebbe parecchio, vista anche la concorrenza dei nostri aeroporti.