Seconda parte dedicata alla grande opera, tra Messina e Reggio, nel programma di Rai 3. In primo piano il tema discusso della faglia attiva
“Il ponte delle ombre” è il titolo del nuovo speciale di Report dedicato alla grande opera e alla sua fattibilità. La seconda parte sul ponte sullo Stretto dopo l’approfondimento della scorsa settimana. E si parte dal “quinto terremoto più distruttivo nella storia dell’umanità, con ottantamila morti”: quello del 1908. Nel programma di Rai 3 coordinato da Sigfrido Ranucci, l’inchiesta di Danilo Procaccianti, con la collaborazione di Enrica Riera, si concentra su quello che viene definito “il problema dei problemi”. A essere intervistato, a Torre Faro, è Carlo Tansi, ricercatore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica – Cnr, che ha sottolineato: “I terreni siciliani e calabri sono formati in prevalenza da sabbie e argille. In caso di terremoto, tendono a diventare liquidi. Questa liquefazione provocò lo sprofondamento nel terremoto. Il ponte? Si tratta di progettare, in una delle aree a più alto rischio sismico del pianeta, la più imponente opera mai progettata”.
Così, a sua volta, l’ingegnere Mario De Miranda: “La faglia attiva è una discontinuità nel terreno ed è un qualcosa sulla quale nessuno andrebbe a costruire la propria casa”. E l’avvocato amministrativista messinese Carmelo Briguglio: “Ma come si fa a puntare 14 miliardi e mezzo di euro su una faglia attiva? Da nessuna parte al mondo si costruisce su una faglia attiva”.
Un tema dibattutto, quello della faglia attiva, e che ancora una volta provoca la risposta della società Stretto di Messina. In particolare, Report fa riferimento all’Ispra, l’Istituto superiore per la ricerca e protezione ambientale. E si cita la faglia di Cannitello, che passerebbe sotto il pilone calabrese.
In base alle indicazioni della protezione civile, si ricorda nel programma, “dove ci sono faglie non è possibile costruire nuove edificazioni. Figuriamoci il ponte sospeso più lungo al mondo. Ma per Ciucci (l’amministratore delegato della Stretto di Messina, n.d.r.), e il suo portavoce, non è una faglia sismogenetica“. Ovvero, non sarebbe in grado di produrre terremoti.
“Il ponte in un’area sismica. Oltre seimila terremoti dal 1908 a oggi”
La parola poi passa a Carlo Doglioni, presidente dell’Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, massima autorità in campo sismico in Italia, in questo periodo al centro di polemiche con la società Stretto di Messina: “Che il ponte insista in un’area logicamente viva, e che sia una struttura che possa essere area epicentrale (zona interessata e coinvolta da un sisma, n.d.r.), non ci sono dubbi. Facendo una ricostruzione della sismicità che è avvenuta dal 1908 a oggi, prendendo Villa San Giovanni come centro, per un raggio di 40 chilometri, noi come Istituto abbiamo registrato oltre seimila terremoti”.
L’esigenza di “fare maggiori studi per verificare la fattibilità del ponte e il rischio sismico”
Il programma riporta poi le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante un’interrogazione parlamentare del 12 dicembre 2024: “Mi rifiuto di pensare che i migliori ingegneri al mondo progettino di costruire un ponte là dove c’è un rischio sismico in grado di azzerarlo. Anzi, secondo questi ingegneri, in caso di un terremoto catastrofico come quello che colpì Messina nel secolo scorso, Dio non voglia di provarlo, l’unico manufatto che rimarrebbe in piedi sarebbe proprio il ponte”. Tuttavia , il presidente Doglioni, ricorda il giornalista Procaccianti di Report, “ha più volte chiesto che fossero fatti maggiori studi per verificare la fattibilità del ponte. Soprattutto ha chiesto che venissero utilizzati coefficienti di accelerazione più alti per verificare il rischio sismico”.
Evidenzia Doglioni: “Il ponte sarebbe costruito ipotizzando 0.58. Ma noi sappiamo che nelle zone epicentrali queste accelerazioni, per i terremoti magnitudo anche inferiori a 7, sono stati spesso superiori anche a un g, come è avvenuto in Turchia e in Giappone il primo gennaio 2025. Ci sono state accelerazioni che hanno superato i 2 g. Bisognava fare prima questi studi? Noi, come Ingv, non siamo stati coinvolti formalmente per dare un parere sulla pericolosità sismica”. Da qui la risposta dell’ad Ciucci: “Non voglio fare polemiche. Noi con l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia collaboriamo”.
E Doglioni: “Non è l’Ingv che, come Istituto, ha dato un via libera o dei pareri utilizzati formalmente nella progettazione”. Si tratta di due tecnici della struttura, tiene a precisare il presidente, ma che non hanno agito a nome della stessa. Da qui il botta e risposta, in relazione alla puntata precedente, con la denuncia penale e la richiesta di risarcimento danni da parte di Webuild. Il gruppo ha pubblicato “l’accordo firmato dal dipartimento di Scienze della terra dell’Università la Sapienza di Roma e l’Ingv nella persona del suo presidente Carlo Doglioni”. E quest’ultimo ha confermato la propria posizione, divulgando un allegato tecnico (il file è in basso e in alto la foto). E ribadendo che i due dirigenti dell’Istituto hanno partecipato alla relazione in maniera autonoma.
Il ministro dell’Ambiente: “Nessun mandato all’Ingv, progetto sismico completo”
A sua volta, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha dichiarato alla Camera dei deputati: “Il progetto definitivo del ponte sullo Stretto, per quanto attiene agli aspetti sismici, è completo e dettagliato. Di conseguenza, non è stato previsto alcun mandato ufficiale all’Ingv”.
In ogni caso, la “guerra” sul ponte, su più versanti, è destinata a continuare. Ed è arrivata una nuova replica alla trasmissione sempre da parte di Webuild. Nel frattempo, Messina continua a rimanere sospesa in questo clima, tra attese e scetticismo.
RIPORTO, dall’accordo in questione :
l’art. 15 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni e integrazioni, prevede lo svolgimento, in collaborazione, di attività di interesse comune tra pubbliche amministrazioni;
– nel caso di specie, la stipula del presente accordo tra il DST e l’INGV rappresenta una espressione della discrezionalità amministrativa volta alla tutela di pubblici interessi nel rispetto della normativa comunitaria.
si tratta, appunto di un accordo tra due ENTI PUBBLICI, ai fini della tutela di pubblici interessi nel rispetto della normativa comunitaria. Non sorprende, quindi che manchi la firma di un privato, come WE BUILD , appunto è. QUEL che non capisco è perchè , INVECE, WE BUILD, ritenga di far parte di quell’accordo. QUALCUNO PUO’ SPIEGARLO ???
Il ponte potrebbe non essere utile ma questa trasmissione non è credibile.
Perché Webuild e Stretto di Messina sono la stessa cosa
Ma se non capisco male oggi in Italia non esiste una autorità che possa tranquillizzare gli animi su questioni specifiche riguardanti la sicurezza dell’opera. Vero o no ho una domanda. Ma che succede nel caso in cui si montano le torri e poi non si riesce a poggiare l’impalcato o questo vista la lunghezza non reagisce come si spera davanti a forze della natura sin qui conosciute.
Non bisogna essere dei geni per non sapere che il rischio sismico a Messina è elevatissimo. Il ponte non solo non serve a nulla, ai messinesi ancora meno che nulla, visto che toglierà posti di lavoro nel comparto del traghettamento, ma anche quel minimo di indotto che arriva da chi attraversa lo Stretto con la nave. L’opera concepita male, servirà solo ad arricchire chi la fa e a soddisfare l’ego del peggior ministro dal regno d’Italia ad oggi, che non potendo rompere le scatole ai migranti, vorrebbe passare alla storia per il ponte ad una campata più lunga del mondo. E ci vorrebbe Freud per l’interpretazione.
Andatevi a guardare gli interventi sul ponte dell’ing. Cane a mai dire gol e mai dire domenica. Su you tube ci sono ancora.
Un tecnico troppo bravo.
Condivido quanto commentato da elleenneti.
Se ne guardano bene dal chiedere a INGV, come ente (e non come due rappresentanti facenti parte) di valutare la fattibilità del Ponte sullo Stretto.
Vogliono bypassare INGV, a tutti i costi, che è l’ente più titolato a dare l’OK riguardo alla sismicità e situazione del territorio e questo è un grossissimo ostacolo per la realizzazione.
Nel frattempo la Webuild viene a sapere dal Ministro Gilberto Pichetto Fratin che INGV non è stato interpellato riguardo alla costruzione del Ponte, hanno detto che non c’è n’è bisogno, abbiamo fior fiore di ingegneri che sanno il fatto loro e molto competenti.
Adesso è cosa ovvia che la Webuild è stata messa in difficoltà e mettiamoci anche la Società dello Stretto.
Quel 10% di penale se il Ponte non si potesse realizzare non so se arrivati a questo punto con quello che sta venendo fuori è dovuto.
La solita storia all’italiana.
Io vorrei sapere i nomi e cognomi di chi vuole questa immensa opera perche. il giorno in cui questo ponte dovesse crollare per sismicità, o perché i Piloni sono stati poggiati su terreno sabbioso e instabile e altri ancora 100 motivi e crolla con i nostri figli o i figli dei nostri figli (mettiamoli in fila) a quel punto sappiamo a chi rivolgerci.
I nomi li sappiamo.
Grazie Report
Report per sempre anche se penso che questo governo farà di tutto per chiudere la trasmissione, Report è troppo ostile per i politici e i politicanti di tutti i colori.
Il ponte: la peggiore opera fatta in danno dei cittadini che si vedrebbero messa la città in ginocchio per almeno 20 anni senza che mai l’opera finita( ammesso che) possa portare beneficio all’economia: durante perchè lavoreranno maestranze altamente specializzate e non di messina, dopo perchè una volta completata l’opera passerebbero tutti per andare altrove in un verso e nell’altro. I selfie direttamente dall’auto a distanza tale da poterlo riprendere. Guai a fermarsi, chi si ferma è perduto! neppure casellanti per chiedere un misero fiorino perchè il telepass sarà già pure sulla fronte degli attraversatori a piedi! ( non mi piaceva dire pedoni, siamo infatti pedine). La riqualificazione della zona falcata e la costruzione di un mega acquario, quella sì che porterebbe lavoro per sempre ma rimane un miraggio come la risistemazione dei tubi dell’acqua già segnalata all’AMAM una settimana fa in via Peculio Frumentario
Il ponte: la peggiore opera fatta in danno dei cittadini che si vedrebbero messa la città in ginocchio per almeno 20 anni senza che mai l’opera finita( ammesso che) possa portare beneficio all’economia: durante perchè lavoreranno maestranze altamente specializzate e non di Messina, dopo perchè una volta completata l’opera passerebbero tutti per andare altrove in un verso e nell’altro. I selfie direttamente dall’auto a distanza tale da poterlo riprendere. Guai a fermarsi, chi si ferma è perduto! Neppure casellanti per chiedere un misero fiorino perchè il telepass sarà già pure sulla fronte degli attraversatori a piedi! ( non mi piaceva dire pedoni, siamo infatti pedine). La riqualificazione della zona falcata e la costruzione di un mega acquario, quella sì che porterebbe lavoro per sempre! Ma rimane un miraggio come la risistemazione dei tubi dell’acqua già segnalata all’AMAM una settimana fa in via Peculio Frumentario
Bastava qualche traghetto in piu’.
Ma comunque “andra’ tutto bene”…tranquilli… gia’ u vistimu stu fimm.