Le richieste sono chiare e verranno illustrate ufficialmente domani, quando a Roma si insedierà il tavolo per l’accordo integrativo sul Ponte sullo Stretto, secondo step dopo l’accordo di programma dell’ormai lontano 2003. E tra le richieste ce n’è una in particolare: l’Officina Grandi Riparazioni non si tocca. Se n’è parlato nuovamente oggi nella Commissione Ponte presieduta da Nicola Barbalace, con l’ospite che mancava lunedì scorso: il sindaco Giuseppe Buzzanca. Proprio lui, insieme all’assessore allo Sviluppo economico Gianfranco Scoglio, ha già inviato una lettera all’amministratore delegato della Stretto di Messina Pietro Ciucci, citando appunto alcune delle esigenze primarie della città con vista Ponte. Buzzanca prende atto con soddisfazione che nella prima bozza di accordo integrativo sono inserite «le opere necessarie per l’utilizzo della nuova infrastruttura ferroviaria anche con sistema metropolitano della città, con servizio di fermata nelle località Papardo, Annunziata ed Europa». Buzzanca chiarisce ancora una volta, citando anche la delibera del consiglio comunale del 25 gennaio 2010 sulle opere compensative, che l’amministrazione «ritiene imprescindibile che le opere siano qualificate quali propedeutiche e funzionali al Ponte e conseguentemente finanziate unitamente alla realizzazione dell’opera». Stesso discorso per le opere stradali, in particolare la seconda canna per le quali ad oggi «non sono previsti impegni finanziari».
Sull’Officina Grandi Riparazioni il sindaco specifica che la struttura riveste una certa importanza in città, «anche in funzione all’incremento dell’utilizzo del ferrato nel sistema stabile di attraversamento», per questo chiede che «sia previsto da Rfi l’impegno al mantenimento della piena funzionalità aziendale». Buzzanca chiede inoltre «l’introduzione di uno specifico articolo con il quale sia previsto l’impegno dei competenti ministeri a definire il procedimento di sclassifica, in favore del demanio comunale, del lungomare tratto Boccetta-Annunziata e del quartiere fieristico, nell’ambito della necessaria riqualificazione urbana del waterfront. Tali aree – ricorda il sindaco a Ciucci – sono in atto assegnate all’Autorità portuale di Messina, in gran parte per il collegamento marittimo, da dismettere al momento della messa in esercizio dell’opera, e sono necessarie per la realizzazione di servizi per i turisti e per la cittadinanza correlati all’enorme flusso di visitatori prevedibile stante la valenza dell’opera».
Fin qui la lettera inviata a Ciucci. Stamani, invece, in commissione Buzzanca ha subito chiarito che nella legge istitutiva della “Stretto di Messina” il Comune non era tra i soggetti istituzionali che dovevano farne parte. «E’ vero– ha aggiunto – che poi i Comuni di Messina e di Reggio Calabria hanno costituito un nuovo tavolo, ma questo ha valenza politica e non legislativa. Si è chiesta una revisione dell’accordo di programma del 2003 e domani l’incontro a Roma potrà assumere anche questa peculiarità». Il sindaco ha poi espresso una certa preoccupazione per le opere di mitigazione a terra ed ha chiesto che per la sponda siciliana, a differenza di quella calabra, vi sia un intervento di due tipi. E’ necessario infatti non solo un intervento di mitigazione, ma anche la creazione di opere paesaggistiche e non di cementificazione. Buzzanca ha riconosciuto che la preoccupazione dei sindacati (presenti anche oggi Cgil, Cisl, Uil e Orsa) è «tempestiva e legittima perché da una parte vi è l’esigenza della struttura, ma dall’altra parte vi è l’importante esigenza occupazionale».
Proprio i sindacati, con una nota di Fit Cisl, Uilt e Orsa, prendono «atto delle rassicurazioni del sindaco ma sembra di assistere al solito gioco delle scatole cinesi in cui non si riesce a organizzare un tavolo congiunto con tutti gli attori della vertenza». Proprio la rassicurazione sul fatto che l’Officina Grandi Riparazioni è interessata solo marginalmente dal Ponte e dal Piano Strategico innesca ulteriori dubbi: «Non si capisce la fretta con la quale Trenitalia ne abbia sancito la prossima chiusura, entro 30 mesi. Anche oggi non sono stati presenti, sebbene richiesti, i protocolli siglati tra Rfi e Comune per la cessione delle aree e anche oggi erano assenti ingiustificati sia Rfi che la Regione Sicilia, entrambi convocati dalla Commissione Ponte. Per questo abbiamo chiesto al sindaco di rivestire un ruolo forte insieme a tutta l’amministrazione comunale per la convocazione di un tavolo congiunto tra gruppo Fs, Regione Sicilia, Comune di Messina e Organizzazioni sindacali».
Anche la Commissione Ponte dovrà “monitorare” l’evolversi della situazione: «Si percepisce – concludono i sindacati – la necessità di stanare il gruppo Fs che sembra pronto a dare l’ultima accelerata all’opera di dismissione dall’area dello stretto di Messina con l’alibi della cessione delle aree. È indispensabile, in un piano di complessiva razionalizzazione, che la politica e l’amministrazione cittadina protegga tutte quelle attività del gruppo Fs che continuano ad avere un ruolo produttivo e sociale nella realtà messinese per difendere l’occupazione e lo sviluppo economico».