MESSINA – “I disagi, se partirà l’operazione ponte, sono qua. Non dico tutti ma una parte di benefici devono pure essere a vantaggio del territorio coinvolto. C’è un ritardo e Sicilia e Calabria rischiano di essere tagliati fuori da tanti vantaggi. In Sicilia ci sono aziende elettromeccaniche che vorrebbero essere messe in condizione di partecipare a una gara. Dalla formazione professionale e l’occupazione alle grandi imprese, la Sicilia, e in parte la Calabria, rischia di non avere vantaggi”. Giovanni Mollica è un ingegnere da sempre sostenitore del ponte sullo Stretto. Ed è tra i fondatori della Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno e già consulente per Eurolink. Ma critica il modo in cui il governo e le varie forze in campo, dai politici agli imprenditori locali, si stanno rapportando al territorio.
Evidenzia l’ingegnere: “Il ponte ha senso in un’ottica di Europa e anche di potenziamento dell’occupazione. E soprattutto di una crescita del territorio, così come previsto dall’Unione europea. In particolare, ho dubbi su come si procederà per gli espropri. Ancora una volta la gestione è a Roma. Lo stesso centralino è con lo 06. In tutti gli aspetti, l’approccio non è dei migliori”.
Per l’ingegnere, il rischio è che imprese e lavoratori dei territori coinvolti in Sicilia e Calabria siano tagliati fuori dall’operazione. A questo d’aggiunga un ritardo anche a livello locale: “Una grossa carenza della classe politica locale. Non è che si può pretendere che Eurolink giri tutta la Sicilia per individuare le imprese regionali, ad esempio”. Afferma Mollica: “Dove sono i corsi di formazione? Se è vero che tra 90 giorni dovrebbero essere avviati i cantieri, dove sono i corsi “Tunnel boring machine”, ovvero le cosiddette talpe? Si devono prendere i giovani e portarli nei cantieri. L’ad Ciucci ha dichiarato: Il territorio si faccia trovare presente. Il contraente generale cercherà, per tutte le sue esigenze, le soluzioni più facili. Riguardo ai fornitori, sarà tentato di rivolgersi fuori con la scusa che in loco non siano adeguati”.
Continua l’ingegnere: “Quali sono le figure professionali richieste? Bisogna ricorrere all’elenco di quindici anni fa che mi è stato fornito? Perché non le pubblicano? Perché non si fa sapere che cosa serve? Deve esserci una formazione professionale locale. Lo ribadisco, io ho un vecchio elenco, ora andrebbe aggiornato, delle figure richieste e qua non abbiamo neanche un decimo di questi profili. ll ponte è una miniera d’oro. Bisogna sapere chi tira fuori l’oro e dove va a finire. Molto più dell’11 per cento stimato (circa il 10%, n.d.r.) secondo lo studio di Open Economics, dovrebbe arrivare a Sicilia e Calabria. Io ricevo costantemente telefonate di rappresentanti di signori imprese nel settore elettromeccanico, soprattutto siciliane, che vorrebbero lavorare al progetto. Nel 2011 si rilevò che ottimi saldatori, tra i migliori del mondo, si trovano nelle zone tra Gela e Siracusa. Sono specializzati in tutta Europa. Lavorano molto fuori. Io creai un appuntamento con la Confindustria di Siracusa. C’era il capo progetto, l’ingegnere Pietro Paolo Marcheselli. Constatammo che lì hanno realizzato le migliori piattaforme petrolifere del Mediterraneo. Ma queste cose bisogna saperle. Altrimenti, come disse il capo progetto, ci si rivolge a Monfalcone, con costi enormi”.
Aggiunge Mollica: “I moduli dell’impalcato pesano tra ottocento e milleduecento tonnellate. Immaginiamo che cosa significa trasportarli via mare. Si potevano quantomeno assemblare a Siracusa, con un risparmio enorme. Realtà attrezzate ce ne sono tante in Sicilia. Perché non sono state prese in considerazione? Il contraente generale, ovvero Eurolink, ha tutto organizzato per questo tipo di lavoro. Io, in alcune riunioni, l’ho detto: non voglio più sentire dire se l’avessi saputo. Si possono fare mille esempi: chi si occuperà del lavaggio delle tute degli operai? Si devono creare consorzi attraverso le associazioni di categoria. Ci sono dei requisiti di legalità da rispettare. Va evitato pure il sistema del subappalto per tutelare la sicurezza nei luoghi di lavoro”.
Secondo l’elenco che era stato fornito a Mollica nel 2011 da Eurolink, con una variazione in base ai mesi di lavoro, fino ad arrivare a 72 mesi, servirebbero 59.954 operai, 3755 carpentieri, 3755 ferraioli, 3161 operatori macchine, 5830 minatori, 4400 operatori Tbm ( per le talpe meccaniche), 2420 fabbri, 670 saldatori, 1186 austisti. In totale, 85131. Ma il dato va aggiornato.