“Un parere contraddittorio e che si apre a contenziosi a tutti i livelli. E su alcune zone, come i Peloritani, la Valutazione d’incidenza ambientale è negativa”. Per il Wwf, il ponte sullo Stretto è stato “rimandato” solo perché non si è voluto bocciare sul piano politico. Così l’organizzazione valuta il via libera ambientale con le 62 prescrizioni. Scrive Wwf Italia: “Ormai mesi fa, in modo decisamente irrituale, il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin aveva “spoilerato” l’esito del parere per la Valutazione d’impatto ambientale (Via). Vale la pena ricordare la vicenda per sottolineare la “serenità” in cui la commissione ha svolto il proprio lavoro anche alla luce delle recenti nomine prevalentemente di carattere politico”.
Intanto a Messina la rete no ponte prepara un presidio il 14 dicembre a Piazza Lo Sardo. Il tutto in vista pure di una manifestazione nazionale a Roma.
Ma torniamo al Wwf. L’organizzazione valuta così la lettura delle prescrizioni pubblicate sul sito del ministero dell’Ambiente: “L’esito, per certi versi scontato, inevitabilmente porta a un parere contraddittorio e problematico dal momento che gli impatti ambientali dell’opera sono innegabili. Scrive infatti la commissione: “Le medesime analisi del proponente conducono a ritenere che peralcuni siti della Rete Natura 2000 non è possibile concludere che il progetto non determinerà incidenze significative”. Insomma, la commissione non riesce a dire di no “ma la Valutazione d’incidenza ambientale (Vinca) è esplicitamente negativa su alcune aree (quelle dei Peloritani) ed è contraddittoriamente positiva su altre. Questo si traduce in una lunga richiesta di monitoraggi ambientali che, sotto forma di prescrizioni, dovranno iniziare prima della redazione del progetto esecutivo, tant’è che in tal senso vengono espressamente previste verifiche di ottemperanza”.
Si legge sempre nella nota del Wwf: “Queste analisi, che in molti casi devono avere una durata almeno annuale, riguardano sostanzialmente ogni aspetto: dalle acque al suolo e sottosuolo, dalla fauna migratrice ai cetacei, dal rumore alle emissioni. A questo si aggiungano le prescrizioni su cantieri, cave,
movimenti terra, impatto sui torrenti, ripascimenti. Sostanziali, inoltre, le richieste di approfondimento sui flussi di traffico effettivi, fondamentali quelle più volte reiterate riguardo la microzonizzazione sismica delle faglie capaci e attive”.
Puntualizza l’organizzazione: “Tutti questi argomenti sono stati oggetto di puntuali osservazioni del Wwf Italia, delle associazioni e dei comitati. Ma se il progetto andava bene e tutto era a posto, come più volte dichiarato da Stretto di Messina Spa, a che servono studi di tale portata e rilevanza? E se servono ancora approfondimenti così importanti, approfondimenti indispensabili per valutare l’opera, perché la
commissione ha dato parere favorevole? C’è una contraddittorietà manifesta in un parere favorevole a fronte di queste richieste prescrittive. Per loro natura, queste richieste sono propedeutiche al progetto esecutivo, indispensabili ai fini della valutazione del progetto definitivo”.
E ancora: “L’insieme delle prescrizioni produce comunque due effetti nei confronti della Conferenza dei servizi prima e del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) poi. Cipess che dovrà decidere sul contratto al Consorzio Eurolink per la realizzazione del ponte. Senza l’ottemperanza delle prescrizioni, non si conoscerà il reale progetto definitivo né il costo effettivo dell’opera e non si sarà certi del rispetto di una serie di normative anche comunitarie. Con questi due elementi che costituiscono variabili pesantissime, con la commissione Via che prima del progetto esecutivo ha previsto un’azione di verifica di ottemperanza, come può il Cipess pensare di assegnare i lavori?”.
Conclude il Wwf: “Di quale progetto esecutivo si parla? Dopo l’approvazione da parte del Parlamento, che consente di procedere a una cantierizzazione per fasi separate, il progetto esecutivo sarà anch’esso frammentato per fasi funzionali di cantiere. Ciò nonostante, molte delle prescrizioni, proprio perché propedeutiche, sono trasversali a tutte le possibili fasi di cantiere (si pensi ad esempio a quelle relative all’acqua o quelle sismiche). In sostanza, le prescrizioni sono poste a condizionare e orientare il progetto esecutivo, altrimenti non avrebbero senso per come sono state poste. Di fatto, la mancata ottemperanza di queste prescrizioni potrà legittimamente impedire di proseguire non solo e non tanto nei lavori, ancor più se “spezzettati” per fasi funzionali, quanto anche nel loro affidamento. Lungi dall’essersi concluso, l’iter per l’approvazione del ponte è già oggi foriero di contenziosi a tutti i livelli”.
Per l’avvocato Fernando Rizzo, presidente della Rete civica per le infrastrutture nel Mezzogiorno, invece, il ponte è una “scelta irreversibile contro la crisi”. Così scrive: “Dopo i dati di Italia Oggi che vedono le province di Messina e Reggio Calabria agli ultimi posti della qualità della vita intesa per lavoro, infrastrutture, servizi e vitalità del settore produttivo, viene da chiedersi come le forze di sinistra siano così miopi a minacciare agitazioni per la costruzione del ponte e delle infrastrutture ferroviarie e autostradali in Sicilia e Calabria. Qualche giorno fa a Roma una pletora di sigle partitiche, sindacali ed ambientaliste, oltre ai rappresentanti degli espropriandi, hanno organizzato una manifestazione in un albergo romano per rammentarci che non si fermeranno. Per due anni, ci hanno spiegato centinaia di volte che: il progetto del ponte non esisteva; non sarebbe stato inserito tra i corridoi ferroviari europei; non sarebbe mai stato finanziato dalla Unione europea; non avrebbe ottenuto il parere positivo dalla commissione d’impatto ambientale”.
Comtinua Rizzo, che fa parte del collegio legale a supporto di 139 cittadini dell’area dello stretto favorevoli alla realizzazione dell’opera e ora si attende la sentenza a Roma: “Ma il progetto definitivo è stato approvato dalla società, la Commissione europea ha inserito il ponte nella rete Ten T e il progetto è stato finanziato come rispondente ai criteri selettivi previsti dalla stessa Commissione. Ovvero, «priorità e urgenza, maturità, qualità, impatto ambientale ed effetto catalizzatore», incidendo su tutti e quattro gli obiettivi definiti nella regolamentazione dei corridoi Ten-T“.
E ancora: “Quali sono gli obiettivi? «Coesione, efficienza, sostenibilità e incremento dei benefici per gli utenti», considerate le «positive ricadute socioeconomiche e ambientali del progetto, la riduzione dei tempi di viaggio, dell’impatto acustico e delle emissioni inquinanti» e la capacità del progetto di «incrementare l’accessibilità e lo sviluppo economico di Calabria e Sicilia, migliorando le connessioni». In una parola: rispetto di tutti i principi costituzionali e comunitari legati a lavoro ed equità sostanziale, diritto ambientale e paesaggistico, sviluppo economico dei territori marginali, transizione ecologica e riduzione dell’inquinamento prodotto da navi ed aerei, tempi di percorrenza ferroviaria abbattuti del 90%”.
Conclude Rizzo: “Eppure dopo le mistificazioni sulla inutilità, l’unica sinistra del mondo che si oppone alla crescita delle regioni più povere e con il più alto numero di inoccupati d’Europa, auspica che l’ “Europa” blocchi l’opera. Ma chi dovrebbe farlo? La Commissione europea si è già espressa, mentre nel Parlamento europeo le sinistre estreme sono minoritarie. Inoltre, il ponte sullo Stretto e il collegamento ferroviario da Milano a Palermo era nei programmi della coalizione di centrodestra. Tra un mese circa, dopo la Conferenza dei servizi che stabilirà le altre opere necessarie per Messina e Villa San Giovanni, ci sarà l’ineluttabile approvazione del Cipess. E dopo gli aggiornamenti contrattuali, finalmente, partiranno i cantieri. E 5 milioni di cittadini e decine di migliaia di imprese siciliane non saranno più la parte povera e derelitta d’Europa ma cittadini orgogliosi di un’opera unica sul loro territorio”.