L’assedio di Palazzo Zanca da parte degli ambulanti abusivi è finito al centro della riunione tecnica interforze che si è svolta oggi in Prefettura. Nelle ultime ore erano state diverse le richieste di intervento del Prefetto su una vicenda che ha prepotentemente acceso i riflettori sui livelli di sicurezza di Palazzo Zanca e, come spiegano gli stessi uffici del Palazzo del Governo, non sono rimaste inascoltate le sollecitazioni da parte di organismi degli operatori dei mass-media relativamente alle difficoltà incontrate dagli stessi nello svolgimento dell’attività professionale. Proprio ieri infatti l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia aveva scritto anche al Prefetto per sottolineare i deprecabili fatti accaduti nella sede del Comune e che hanno visto vittime di minacce e aggressioni i giornalisti e gli operatori, in particolare la collega Lina Bruno del Quotidiano di Sicilia e il cameraman di Tcf Giuseppe Lotta.
Il tavolo prefettizio ha «unanimemente condiviso la necessità di sensibilizzare l’Amministrazione Comunale sulla necessità che il regolare svolgimento delle attività politico-amministrative all’interno della Casa Comunale sia adeguatamente assicurato a cura del personale della Polizia Municipale. Analogamente dovrà garantirsi la sicurezza degli utenti e degli operatori dei mezzi di comunicazione presenti, i quali devono legittimamente e serenamente attendere allo svolgimento dei propri compiti. A tale fine potrà essere valutata anche la predisposizione di accorgimenti di difesa passiva (dispositivi di sorveglianza o di allarme, ndr). Naturalmente –scrive la Prefettura- rimane impregiudicata, al verificarsi di particolari situazioni critiche, la possibilità di richiedere l’intervento degli operatori delle forze di polizia che sarà prontamente assicurato. Parimenti le forze di polizia garantiranno il proprio intervento nel caso in cui si dovessero paventare delle situazioni di turbative all’esterno, in relazione alle quali è indispensabile una preventiva e tempestiva comunicazione alla locale Questura.
Per quanto riguarda le attività del Consiglio Comunale, a norma del vigente statuto, l’ordine delle sedute e la regolarità delle discussioni deve essere assicurata dalla Presidenza, e, pertanto, l’intervento delle forze di polizia potrà avvenire solo su richiesta delle medesima».
In queste ore sono stati tanti gli interventi su quanto accaduto in questi ultimi due giorni. La presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile ha voluto pubblicamente manifestare la sua solidarietà alla stampa, divenuta suo malgrado bersaglio delle ire degli ambulanti in protesta. “Desidero esprimere come cittadina, innanzitutto, ed in quanto rappresentante del Civico consesso che presiedo, piena ed assoluta solidarietà alla stampa cittadina. L'estrema competenza ed attenzione che i cronisti di tutte le testate rivolgono alle gravi problematiche che la nostra Città vive, li porta naturalmente ad essere in prima linea nel dar conto di tutto ciò che accade in città in nome del diritto di cronaca e della corretta comunicazione. Sia gli atti posti in essere da facinorosi contro la giornalista, Lina Bruno, del Quotidiano di Sicilia, il cameraman Giuseppe Lotta di Tcf e altri rappresentanti della stampa presenti in questi giorni a Palazzo Zanca, che soprattutto, le minacce di future ritorsioni, gettano un'ombra sulla libertà di parola e di espressione nella nostra Città. Alla luce di quanto avvenuto non posso che condannare con forza gravi atti, offrire la mia incondizionata solidarietà e concorrere, per quanto possibile nelle mie funzioni istituzionali, al ripristino – conclude la presidente Barrile – della sicurezza e della legalità invitando la stampa tutta, ad andare avanti nel percorso intrapreso di un confronto libero e democratico”.
Dalla consigliera Ncd Daniela Faranda, che in passato aveva già sollevato il tema della scarsa sicurezza tra i corridoi di Palazzo Zanca, solidarietà al Corpo di Polizia Municipale, ai giornalisti e ai dipendenti comunali per quanto accaduto ieri e per ciò che quotidianamente accade, nei corridoi e negli uffici del Comune di Messina, ma anche una critica al Sindaco Accorinti. “Ritengo che in un momento così difficile per la città, con una tensione sociale alle stelle perché la gente non riesce ad avere risposte concrete ma, di contro, paga il salatissimo prezzo di scelte e a volte di “non scelte”, sia di fondamentale importanza ripristinare il rispetto della legalità e delle istituzioni la cui delegittimazione espone al concreto rischio di implosione sociale. Compito che precipuamente spetterebbe al sindaco il quale, tuttavia, invece che realizzare un palazzo di vetro, ha dato vita a un luogo esposto a rischi di ogni genere per l’incolumità di chi vi lavora. Alla luce degli animi che si vanno sempre più esacerbando, ne viene fuori un clima di tensione che non giova alla serenità di chi deve assumere scelte delicate che inevitabilmente hanno ricadute sulla comunità”.
Alcune riflessioni arrivano invece dall’associazione Indietrononsitorna che stigmatizza quanto accaduto e contesta chi sarebbe rimasto in silenzio di fronte ai fatti di Palazzo Zanca: «E’ talmente diffusa nella nostra Città la cultura dell’illegalità che provvedimenti assolutamente legittimi di ripristino delle regole operati dalle forze dell’ordine vengono considerati come intollerabili soprusi, tanto da ritenere possibile invadere le stanze del Municipio, praticamente indisturbati, e minacciare fino all’aggressione fisica il Sindaco di Messina. Tutto questo, con pochissime eccezioni, nel silenzio delle Istituzioni e di quanti hanno responsabilità politiche, pronti molto spesso a criticare l’amministrazione, ma altrettanto pronti a guardare altrove quando il Sindaco viene attaccato per difendere la legalità e quindi i diritti di tutti noi cittadini». Dall’associazione che sostiene l’amministrazione Accorinti anche un messaggio rivolto a chi, in queste ore, è tornato a parlare di tornelli e barriere come garanzia di sicurezza: “Qualcuno sta erroneamente intendendo la mancanza di barriere all’entrata del Comune come un invito a salire indisturbato nella stanza del Sindaco per urlargli in faccia le sue ragioni. D’altro canto, la risposta non può certamente essere quella di ripristinare i tornelli e le vetrate, barriere non accettabili in un contesto democratico. Le soluzioni sono nella previsioni di adeguati servizi di controllo che debbono essere assolutamente attivati, evitando rimpalli di responsabilità. Più di ogni cosa urge un mutamento d’atteggiamento da parte di tutti: come ripete spesso Renato, se non cambiamo tutti mentalità è impossibile cambiare Messina».