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Porto, piastra logistica e via del mare. Come può cambiare la zona tra San Filippo e Tremestieri

MESSINA – Lavori fermi da maggio 2022, a una percentuale di realizzazione del 26 %, e ripresi a giugno 2024, dopo due anni di fermo, con l’obiettivo di finire entro altri due anni, quindi a giugno 2026.

Il nuovo porto di Tremestieri dovrà ospitare tutto il traffico leggero e pesante che attraversa lo Stretto di Messina e diventare il principale snodo strategico di tipo Ro/Ro (Roll on / Roll of, cioè a carico rotabile). Ad oggi esiste solo la linea Messina – Salerno, in futuro potrebbero aprirsi nuove rotte per Civitavecchia, Livorno e/o Genova o altre ancora.

Tempi in aumento ma recupero della costa

I tempi di attraversamento per auto e tir aumenteranno dagli attuali 20 minuti della rada San Francesco fino a 50 minuti, oltre a quelli necessari per imbarco e sbarco. Ma sarà un vantaggio per Messina che potrà riappropriarsi della costa tra Boccetta e Annunziata, lì dove è alle fasi finali il concorso di progettazione, e liberarsi dalla schiavitù di attraversamento non solo del traffico pesante ma anche di quello leggero, cioè di milioni di auto che ogni anno passano in città solo per traghettare, provocando inquinamento atmosferico, acustico e contribuendo al deterioramento delle strade.

Le aree di sosta e preimbarco del porto di Tremestieri, con piastra logistica, verranno realizzate a valle dello svincolo di San Filippo. E il collegamento è previsto con un tratto della via del mare, quello che dovrebbe poi proseguire fino alla Zona Falcata, un progetto pensato negli anni ’90 e rimasto su carta, con un “asse attrezzato in cui convivano ferrovia, strada, parcheggi, aree di sosta, aree panoramiche, discese a mare e percorsi pedonali”.

Nel documento di indirizzo alla progettazione, il cui responsabile è l’arch. Salvatore Cuffaro col supporto del dirigente dell’area tecnica dell’Autorità Portuale, Massimiliano Maccarone, è spiegato che “i piazzali e le aree di imbarco e sbarco del porto di Tremestieri, nei picchi di traffico, potrebbero non essere abbastanza capienti. Già adesso, infatti, in alcuni periodi dell’anno l’accumulo di tir provoca code fino all’autostrada”.

La redazione del progetto è stata affidata alla Via Ingegneria srl di Roma, che dovrà consegnarlo entro quattro mesi.

La piastra logistica

Non solo piazzali di stoccaggio dei mezzi in attesa ma anche un’area retroportuale con funzioni logistiche per valorizzare attività che potrebbero ottenere vantaggi di contiguità e servizi mirati.

“La zona compresa tra il Torrente Larderia ed il Torrente San Filippo è inserita all’interno della pianificazione della Zes (Zona economica speciale) Sicilia Orientale e, pertanto, potrà costituire un luogo di grande interesse per investitori, potendo mettere insieme nuovi spazi di produzione e servizi logistici intermodali non escludendo la possibilità che nell’area si realizzi una Zona Franca Doganale”.

Attualmente, nell’area, ci sono alcuni capannoni adibiti ad attività varie, spazi per lo stoccaggio di auto in vendita dei concessionari locali, aree adibite ad uso agricolo e florovivaistico e altre incolte.

“La realizzazione di un polo logistico per lo smistamento delle merci in entrata/uscita nell’Area dello Stretto focalizzato al traffico Ro-Ro e, tendenzialmente, ad uno scenario multimodale risulta, pertanto, necessario per favorire molteplici fattori di sviluppo legati alla portualità, allo sviluppo delle piccole e medie imprese (in termini di vantaggi competitivi sulla logistica), ed alla formazione specialistica nel campo della logistica.

La Piastra Logistico Intermodale avrà il compito di filtrare all’origine gran parte del traffico commerciale altrimenti diretto verso altri siti e, nei casi più estremi, verso il centro urbano attraverso una viabilità diretta tra il Porto di Tremestieri ed i principali raccordi autostradali, fungendo da centro di smistamento per la grande e media distribuzione tramite un magazzino di cross docking (coordinamento entrata e uscita merci) e da Centro di Distribuzione Urbana per gli esercizi di prossimità e la piccola distribuzione in generale. Infine, la Piastra Logistico intermodale dovrà fornire supporto al tessuto produttivo locale garantendo le funzioni proprie di un District Park (Parco logistico per stoccaggio merci) e le funzioni doganali”.

Cosa ci sarà

Cosa ci sarà nella piastra logistica? Aree di preimbarco distinte per navi ro-ro, ovvero per navi ro-passeggeri; – aree di sosta differenziate per mezzi pesanti ed auto; – servizi igienici; – servizi di ristoro; – Aree di parcheggio gratuite; – Aree di parcheggio a pagamento con vigilanza h 24; – Sistema elettronico di gestione dei flussi e di controllo accessi; – Sistema di comunicazione informativo a pannelli variabili; – Presìdi di sicurezza; – Presidio sanitario. Si stima una superficie per gli edifici destinati ai servizi di circa 4mila metri quadri con una volumetria di circa 12mila metri cubi.

Poi edifici destinati a cross docking classe A per lo stoccaggio merci, deposito Iva e Dogana, con una superficie coperta di 10mila metri quadri e una volumetria di insediamento di circa 60mila metri cubi.

Con la Piastra Logistica attiva, la chiocciola dovrà svolgere esclusivamente funzione di viabilità di transito, sia in uscita che in entrata, per cui eventuali mezzi in sbarco che non intendono immettersi nella viabilità extraurbana dovranno comunque essere indirizzati obbligatoriamente verso la Piastra Logistica. Il sistema di gestione dei flussi dovrà stimare, in tempo reale, i tempi di attesa per l’imbarco per ogni mezzo nel momento in cui effettua la prenotazione.

Nuova strada

In attesa della realizzazione della via del mare, che prevede mobilità dolce più viabilità ordinaria e scorrimento, è previsto un raccordo stradale con innesto sulla Strada Statale 114 tra l’area d’intervento e lo svincolo di San Filippo, una nuova strada di circa 200 metri.

Gli espropri

La proprietà dell’area di interesse è in gran parte privata, in parte di Rfi. Per la realizzazione dell’intervento, pertanto, dovranno essere avviate le procedure per l’approvazione del progetto in variante allo strumento urbanistico e per l’acquisizione delle aree private si dovrà procedere ad esproprio.

I costi

Dalle analisi preliminari effettuate dall’AdSP dello Stretto l’importo dei lavori a base d’asta è stato stimato preliminarmente in 62 milioni di euro inclusi gli oneri della sicurezza, più 31 milioni di somme a disposizione (12 milioni per acquisizioni aree e immobili e indennizzi espropri, 7.8 milioni di iva, 5 milioni di spese tecniche per progettazione esecutiva, 2.5 milioni per spese tecniche per progetto di fattibilità tecnico economica, relazione geologica e piano d’indagine e altre spese minori).

A fronte di un investimento complessivo dell’opera di 93 milioni di euro, si prevede un cofinanziamento privato di 20 milioni di euro, soldi ancora da trovare.