Città metropolitana e dissesto, le reazioni di Csa e Cisl Fp

«Non possiamo che condividere l'iniziativa di Romano in merito alle iniziative giurisdizionali intraprese. Da tempo il CSA sostiene l'illegittimità del prelievo forzoso in virtù del fatto che, in Sicilia, le funzioni sono rimaste in capo alle ex Province». Il segretario provinciale del Csa, Santino Palladino, plaude all’iniziativa del commissario Filippo Romano di firmare un atto di indirizzo finalizzato ad ottenere l'annullamento, previa sospensione, della circolare del Ministero dell'Interno n. 12/2015 che riguarda il “Prelievo forzoso” sulle risorse dirette delle ex Province

La delibera 42 sull’avvio della procedura di dissesto– si legge in un comunicato – non poteva non diventare, come peraltro avevamo sottolineato in un documento – la base per richiedere la sospensiva nell'ambito del procedimento già opportunamente avviato nel 2015. Abbiamo fiducia nella giustizia amministrativa e siamo compiaciuti per il ruolo fin qui svolto dal CSA in una battaglia che ha come obiettivo il futuro dei territori, dei servizi e dei lavoratori» .

Del dissesto della Città Metropolitana torna ad occuparsi anche la Cisl Funzione Pubblica, con il suo segretario provinciale Calogero Emanuele e il segretario aziendale Giovanni Coledi.

Calogero Emanuele continua a sostenere che sarebbe opportuno coinvolgere i Sindaci delle Comunità locali con la convocazione di un tavolo di confronto per analizzare le soluzioni alternative al dissesto finanziario.

«Siamo convinti – continua – che il prelievo forzoso del governo nazionale e la riduzione dei contributi da parte della Regione sono le cause della dichiarata“incapacità finanziaria e funzionale” della Città Metropolitana ma non è la dichiarazione di dissesto che risolve il problema. Il compito di trovare una soluzione spetta alla politica ed ai parlamentari nazionali e regionali che, invece di dare corretta applicazione alla legge nazionale di riforma, hanno perso solo tempo portando le ex Province al capolinea».

Altro dato evidenziato dalla Cisl è quello che la Città Metropolitana di Messina non riesce a fare squadra con le altre realtà siciliane, prime tra tutte Palermo e Catania. «Il Commissario e il Sindaco di Messina hanno pensato e pensano solo a darsi visibilità, a fare parate, proclami, cittadinanze onorarie, premiazioni, rappresentanze, senza occuparsi realmente di affrontare le criticità e le possibili strategie per evitare il peggio».

La dichiarazione di dissesto, a giudizio della Cisl, è da ritenersi un atto ingiustificato ed inopportuno: «Piuttosto vanno chiamati alla responsabilità la classe politica ed il Governo regionale che in questi anni ha solo “giocato” ma parallelamente è necessario coinvolgere Autorità Istituzionali di alto profilo, preposti a verifiche, vere e reali, della situazione finanziaria dell’Ente. Il dissesto – precisa Emanuele – rappresenterebbe un disastro con ricadute negative per il personale che, in applicazione della legge di riforma verrebbe calcolato sulla base dei servizi da erogare e delle disponibilità di bilancio e, invece, con il dissesto verrebbe calcolato sul rapporto dipendenti/popolazione (1/822 previsto dal DPCM) che in ragione delle 645 mila abitanti la Città Metropolitana potrebbe avere solo 784 dipendenti. A questo va assommata l’impossibilità a poter attingere a finanziamenti o poter realizzare e quelle opere previste dagli strumenti di programmazione, come Masterplan e Piano per il Sud».