33 posti auto in via Ettore Lombardo Pellegrino (23 lato monte e 10 lato mare), 28 in via Camiciotti (19 lato monte e 9 lato mare), 30 in via Luciano Manara (18 lato monte e 12 lato mare), 27 in via Nino Bixio (14 lato monte e 13 lato mare). La differenza è data dalla presenza di stalli per motorini (che continuano a parcheggiare) o scarico merci.
Il totale fa 118 posti auto persi da quando è stata istituita l’isola pedonale sul viale San Martino. Sono quelli nelle vie rimaste cieche, che appunto sboccano sul viale e per questo sono state chiuse al transito, anche se ad oggi non funzionali all’isola.
Secondo un comitato di commercianti avrebbero provocato un calo di fatturato ed è per questo che hanno chiesto che l’isola pedonale resti solo nei fine settimana, quand’è più popolata.
Nei programmi, quelle vie potrebbero diventare piazzette tematiche ma, in effetti, ad oggi sono delle semplici strade chiuse. Una delle soluzioni provvisorie, forse, potrebbe essere quella di aprirle al transito delle auto esclusivamente in funzione di parcheggio, solo su uno dei due lati, per consentire l’inversione di marcia dall’altro lato. E così si recupererebbe la metà dei 118 posti auto persi.
Ma pure se non si potesse, riaprire al traffico il viale San Martino, anche solo dal lunedì al venerdì, sarebbe un passo indietro sul fronte della vivibilità. E’ vero che l’isola è stata molto frequentata a Natale e poi solo nei fine settimana, mentre nei giorni infrasettimanali c’è molta meno gente. Ma è un processo normale, che accade in tutte le città e a maggior ragione accade a Messina dove, nel 2023, un’isola pedonale di “miseri” 400 metri è una novità.
Anche quando c’è meno gente, quei 400 metri sono molto più godibili rispetto a prima, quando erano preda di smog, clacson e parcheggio selvaggio. Possibile che Messina non possa avere un’isola pedonale permanente neanche per 400 metri?
Il vicesindaco e assessore Salvatore Mondello prende in considerazione le richieste dei commercianti e assicura che, anche se dovessero essere accolte, comunque non si torna indietro. Vale a dire che l’orizzonte è l’isola pedonale permanente sul viale San Martino, come del resto previsto tanto dal Pgtu (Piano generale del traffico urbano) quanto dal Pums (Piano urbano della mobilità sostenibile), tanto che nell’appalto di riqualificazione della linea tranviaria è prevista anche una nuova pavimentazione, come si sta facendo sul lato monte di piazza Cairoli. Ed è impensabile che, una volta realizzata, possa essere solcata dalle auto, a meno che non si voglia ripetere la pessima esperienza di Torre Faro, dove la pavimentazione è ormai distrutta.
Il viale San Martino, la strada più bella della città, aperto al traffico fa schifo. Lo sappiamo, l’abbiamo visto fino a prima dello scorso Natale: auto in costante divieto di sosta, altre in fila tra clacson e smog, pedoni confinati in marciapiedi che a volte sono insufficienti.
Passerà del tempo ma, intanto, eliminare dal lunedì al venerdì quei “miseri” 400 metri di isola pedonale equivarrebbe a fare un passo indietro. Quando nel 2014 è stata pedonalizzata la strada intorno a piazza Cairoli, si erano alzate tante voci contrarie. Ma la costanza ha premiato e oggi è subentrata l’abitudine, quel tratto è popolato tutti i giorni ed è decisamente più bello rispetto a quando era aperto al traffico.
118 posti auto, fermo restando che bisogna valutare soluzioni, non possono valere l’eliminazione dell’isola pedonale dal lunedì al venerdì. Soprattutto se si considera che, ad appena duecento metri dal viale San Martino, tre minuti a piedi, c’è un parcheggio (il Fosso La Farina) da 175 posti auto che non sempre si riempie. Ieri, alle 18.30, per esempio, abbiamo contato 95 posti occupati e 80 vuoti. Chiaro che in altri giorni o altri orari il fattore di riempimento può essere diverso ma quel parcheggio è rimasto pieno in pratica solo durante le feste natalizie.
Insomma, quei 118 posti auto che vengono a mancare sono disponibili in gran parte a duecento metri di distanza. Senza considerare gli altri liberi al Cavallotti o al Cavalcavia, o al nuovo Zaera, non vicini come il Fosso ma neanche tanto lontani.
Torniamo al punto di partenza: molti messinesi vogliono parcheggiare la propria auto fin sotto al negozio di riferimento, se è il caso anche in divieto di sosta. Pur comprendendo le ragioni dei commercianti, questo sistema non può avere la meglio. In tutte le città civili, i centri sono chiusi al traffico e le auto si parcheggiano nella cintura esterna. Su questo fronte, Messina ha fatto qualche passo in avanti rispetto al passato ma non si può sempre aspettare che tutto sia perfetto: non possiamo attendere di avere 15 tram in linea, il viale ripavimentato, altri parcheggi ampliati. Sarebbe bello e speriamo avvenga prima possibile ma siamo consapevoli che servirà ancora del tempo.
Solo che siamo nel 2023 e siamo già in super ritardo. 400 metri di isola pedonale in centro città sono un barlume di civiltà, anche se nei giorni infrasettimanali non c’è molta gente. Quella gente che deve abituarsi a parcheggiare poco distante (oltre che ad usare i mezzi pubblici) per poter godere di un piccolo spazio pedonale, dove anche si possa camminare coi passeggini senza fare slalom e dove i bambini più grandi possano giocare e andare in bicicletta. Per abituarsi serve tempo, tornare indietro non aiuta.