Politica

Premi a sei dipendenti Atm, botta e risposta tra Russo e Campagna

MESSINA – “Quali le ragioni di un premio a sei dipendenti Atm?”. Il consigliere del Partito democratico, Alessandro Russo, invia una nota riservata al presidente Giuseppe Campagna per avere delucidazioni sulle ragioni di diecimila euro di premialità, in un anno, a sei dipendenti. La nota, però, viene pubblicata da una testata online, con tanto di nomi dei lavoratori, e scoppia il caso legato alla privacy. Pubblicazione dei nomi dalla quale si dissocia lo stesso Russo.

Da parte sua, l’azienda ha risposto, con il presidente: “Cerchio magico? Nulla di più falso. Russo sembra, altresì, disconoscere o comunque non tenere nel debito conto l’attività svolta con grande impegno dai dipendenti coinvolti per sostenere il profondo cambiamento che l’Atm sta perseguendo da alcuni anni. Sembra quasi che lo stesso trovi scandaloso il riconoscimento di una premialità a favore di dipendenti che hanno lavorato con costanza e impegno per il conseguimento degli obiettivi aziendali. Basti solo ricordare l’incremento esponenziale del numero di abbonamenti emessi attraverso la campagna MoveME, che ha avvicinato gli utenti al trasporto pubblico locale, fino a poco tempo fa inutilizzato perché carente e inefficace. Tra l’altro questa governance non si è mai sottratta al confronto con il Consiglio Comunale di cui fa parte il Consigliere Russo. Ed è assordante in questa occasione il silenzio delle organizzazioni sindacali, sempre pronte a stigmatizzare le azioni della governance di Atm ma, in questo caso, silenti di fronte a una palese violazione dei diritti dei lavoratori”.

Filt Cgil e Ugl autoferro: “Chiederemo chiarimenti”

Intanto, in un comunicato, la Filt (Federazione italiana lavoratori trasporti) Cgil e l’Ugl autoferro, con i segretari Carmelo Garufi e Giuseppe Giallanza, fanno sapere che chiederanno, a breve, un incontro urgente con l’azienda per “chiarire nel merito la problematica sollevata dal consigliere. Riteniamo però inopportuna la pubblicazione dei nomi dei dipendenti oggetto della premialità perché tale azione è lesiva del loro diritto inalienabile alla privacy. Inoltre, il tentativo di polemizzare su questa questione crea inutili frizioni in un momento particolarmente delicato, dato che sono in corso le trattative per il rinnovo del contratto integrativo”.