Quando Antonio Albanese, alias Cetto La Qualunque lanciava lo slogan elettorale “Più pelo per tutti”, pensavamo fosse satira. Ci sbagliavamo. Il sindaco Cetto era un veggente, altro che Nostradamus, con oltre 10 anni d’anticipo è riuscito a scoprire le nuove strategie politiche del Pdl. La realtà ha superato la satira e il premier ha annunciato “Stiamo facendo sondaggi per cambiare il nome al partito, perché Pdl non piace. Il nome migliore sarebbe Forza gnocca, ma non ce lo fanno fare”. Mannaggia, che peccato, sai che goduria votare Forza Gnocca. E non l’ha detto a Zelig, come sarebbe consono, ma alla Camera e senza neanche pagare il copyright al mitico Cetto. Non appena si sono sollevati i mugugni dall’opposizione e la deputata Pd Lucia Codurelli ha detto “Vergognatevi”, un leghista l’ha zittita con l’ormai consueto gergo da Camera dei Lord e le ha dato un simpatico consiglio “Vai a farti scopare che è meglio”. Avrei voluto non citare questa frase, ma dal momento che il nostro Parlamento è diventato questo e i nostri deputati parlano così, tanto vale riportare il loro elegante linguaggio.
Ma torniamo al Forza Gnocca applaudito dalla platea presente all’annuncio. Probabilmente l’obiettivo da raggiungere è quello di recuperare una marea di voti da italiani che, invece di lavoro e stipendi si sa, hanno fame solo di Gnocca, quindi basta cambiare un nome a un partito e il gioco è fatto. Resta da chiarire il significato di Forza Gnocca, sarà distribuita come voleva Cetto La Qualunque a tutti i votanti oppure sarà solo a disposizione degli eletti? Questi son dettagli da chiarire subito nel programma, se no rischi che non ti vota nessuno. Poi si deve pensare al logo (tra i creativi al lavoro è trapelato il nome di Tinto Brass), al programma (che noia sto programma, scriviamo “Più pilu pi tutti” e finiamola lì), ai manifesti (sostituiti dai calendari di Playboy), ai discorsi (tratti da un libro di barzellette di Pierino e la dottoressa), al testimonial (avrei pensato a Rocco Sifredi). Ma pensate che sarebbe mai potuto succedere che un deputato si permettesse di gridare a Nilde Iotti, Tina Anselmi, Margherita Boniver, Irene Pivetti “vai a farti scopare”? Sono certa che non accade neanche in nessun luogo di lavoro in Italia dove si abbia un minimo di rispetto. Ma v’immaginate di sentir dire “Forza gnocca”, non dico a De Gasperi o Andreotti, ma a Craxi, che è stato un grande amatore o a De Michelis? Ma ve l’immaginate Craxi che annuncia: “Basta Psi, chiamiamolo il Partito del Sesso Insieme”, o De Mita che decide “Troppo antica la Dc, chiamiamola De Coitus….”? Siamo talmente abituati ad un livello che va sempre più verso il basso che ormai nessuno più s’indigna. Anzi, non mi stupirei se, per non farsi superare da Berlusconi gli altri facessero a gara per migliorare l’offerta. A questo punto il Pd, restando in tema gastronomico, potrebbe essere il Partito della bella Tortellona, l’Italia dei Valori trasformarsi in Italia dei bei fustoni, l’Udc in Unione delle Ciccioline. E allora sì che sarebbe dura per gli elettori scegliere tra tutta questa cuccagna. Nelle schede elettorali il segno X invece che sul nome della candidata potrebbe essere messo direttamente sul lato B. Se Berlusconi pensa che basta chiamarlo Forza Gnocca per avere migliaia di voti significa che per lui il popolo è molto simile alle bestie, guidato dagli istinti, gli puoi promettere qualsiasi cosa, persino un milione di gnocche e ci credono. Morti di fame sì, sull’orlo della miseria sì, ma vuoi mettere quanto ci divertiamo con tutta questa roba che sculetta intorno? Ma ve l’immaginate Obama che dice “Go Pussy” o Sarkozy “Allez Minette”, o la Merckel “Vorwaerts Muschi”?
In un simile clima ormai non facciamo neanche più caso che, mentre il premier inneggia alla forza elettorale trascinante della Gnocca il suo alleato Bossi ha detto testualmente: “La Padania è una NAZIONE STIMATA E CONOSCIUTA in tutto il mondo”. Un nostro ministro ha dichiarato, in piena facoltà d’intendere e di volere che, anche se noi tutti lo ignoriamo la Padania è una nazione, come la Svizzera, la Francia, l’Argentina. Mi chiedo come mai lui sia ministro di un paese straniero come l’Italia. Che vada a fare il ministro nella sua nazione allora. Quindi il nostro Paese giovedì 6 ottobre era rappresentato da due massimi esponenti del governo che hanno detto uno che vorrebbe chiamare il suo partito “Forza Gnocca” e l’altro che la Padania è una nazione stimata e conosciuta nel mondo. Mancava solo qualcuno che dicesse di essere Napoleone ed eravamo al completo. Neanche Cetto La Qualunque sarebbe arrivato a tanto. La realtà ha superato ogni forma di satira, i politici hanno tolto il lavoro ai comici. Se continua così Albanese, Checco Zalone, Crozza, perderanno il mestiere.
Ma la nota triste c’è. Mentre la Camera applaudiva la fantastica battuta sulla Gnocca alcune donne del Pdl hanno appoggiato l’idea. Non esiste neanche lontanamente l’idea di provare a dissentire. Supponiamo che qualcuno osi contraddire il Verbo e sul nome del Nuovo partito si fosse costretti ad arrivare al voto e per evitare problemi si ponesse il voto di fiducia: volete voi che il nuovo partito si chiami Forza Gnocca e le quote rosa vengano sostituite dalle quote a luci rosse? Non ho il minino dubbio che anche questa volta il voto di fiducia passerebbe. Perché ormai votano sulla fiducia qualsiasi cosa. E’ un governo basato sulla fiducia, la fiducia che un ex maggioranza ha nei confronti di quelle stampelle che mantengono in vita il governo votando l’invotabile. Si chiamasse pure Forza Gnocca o Forza bella tortellona a me che me frega, basta che mangio…
Rosaria Brancato