Si è svolto presso il Salone delle Bandiere del Comune di Messina la presentazione del libro La custode del silenzio di Antonella Lumini e del giornalista Paolo Rodari, edito da Einaudi.
Dopo l’esibizione del musicista Mirko Sollima, che ha eseguito “Il suono del silenzio” per gongo, campane tibetane e canto armonico, Antonella Lumini si è rivolta ai presenti.
“Ai giovani dico che è importante conoscere se stessi, non ci si può connettere solo con amicizie virtuali, perché è una fuga dal mondo e provoca un vuoto interiore che dà angoscia, malessere e non fa vivere bene” ha spiegato la donna, per poi preseguire: “Utilizzo poco il cellulare, e adopero il computer solo per rispondere mail e scrivere articoli. La mia regola di vita è mantenere l’equilibro tra l’esterno e l’interno, mi oriento in una tradizione ortodossa, quella della Pustinia, che vuol dire deserto in lingua russa. Si tratta di una via non istituzionalizzata, nella libertà dello spirito, alla presenza e nell’immersione del silenzio di Dio. E più uno ascolta se stesso più riesce ad prestare attenzione agli altri e a comprenderli meglio. Ho fatto la scelta di essere un eremita all’interno di un contesto urbano, e questo per me significa custodire il silenzio all’interno di una realtà piena di rumori in cui imperversa il caos. Ascolto il silenzio alla presenza dello Spirito Santo, con una preghiera di abbandono e di offerta, accogliendo la sua azione dinamica che riesce a muovere tutto quello che c’ è dentro l’anima”.
In seguito il giornalista Paolo Rodari, vaticanista di Repubblica, si è soffermato sulla genesi dell’opera: L’idea è nata perché il quotidiano per il quale lavoro mi fece fare un reportage sugli eremiti urbani. In Italia ci sono circa 250 persone che vivono così, ma non in posti ameni e lontani, ma in case normali. Ho quindi conosciuto Antonella Lumini, una di queste eremite, e sono stato colpito dalla sua vita perché al centro c’è una ricerca interiore molto intensa che ha portato sempre avanti durante gli anni. Ha scelto di non dedicarsi a Dio nel monachesimo o in un convento di clausura, e senza nessuna istituzione superiore, lo ha cercato nel rapporto diretto con il silenzio dello Spirito santo che parla, consola e sana le ferite che ognuno porta dentro. Segue la tradizione degli eremiti ortodossi che lasciavano tutto per andare in luoghi lontani. Dove sceglievano di vivere realizzavano un luogo del deserto, una stanza scarna con la bibbia, un lume, un letto e una sedia, dove pregavano, ascoltavano il silenzio e accoglievano le persone e che chiedevano loro di ascoltarle. Il messaggio che viene fuori da questo libro e che dentro di sé ognuno di noi può trovare la propria strada, e in questa società moderna può raccogliersi in se stesso per comprendere meglio il proprio percorso e curare il proprio malessere”.
L’evento è stato organizzato dall’Associazione “Anthurium Rosa”, la cui presidente Mirella Restuccia si è espressa con soddisfazione: “Questo incontro con Antonella Lumini è stato molto interessante, perché porta avanti quel dialogo interreligioso che tocca la spiritualità di ognuno e mette insieme tutte le religioni. Cerca di trovare un’unità d’intenti nel silenzio e nell’ascolto, fondamentali nel cammino spirituale dell’uomo. Mi ha fatto molto piacere avere qui anche il giornalista Paolo Rodari che ha conosciuto il cammino mistico di Antonella ed è rimasto impressionato per la sua bellezza”.