Fornire la possibilità di fruire di un manuale di grammatica completo ma, al tempo stesso, attento alle esigenze e ai dubbi più comuni, senza incorrere nel severo nozionismo. Questo, in estrema sintesi, l’obiettivo che si sono posti gli artefici di “Scrivere in italiano. Dalla pratica alla teoria” (Carocci editore, 2013), presentato Giovedì 26 Settembre, presso “La Feltrinelli” di Messina, in occasione della 13esima giornata “ProGrammatica”, promossa da Rai Radio 3. Autori di questo interessante e utile manuale sono i due giovani linguisti Fabio Rossi, professore associato di Linguistica italiana, e Fabio Ruggiano, dottore di ricerca in Studi linguistici italiani. Ha introdotto il volume Carmelo Scavuzzo, professore ordinario di Storia della Lingua Italiana presso il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università degli Studi di Messina, che ha ripercorso le principali tappe della manualistica del settore, a partire da Pietro Bembo, autore nel 1525, com’è noto, delle “Prose della Volgar Lingua”. Rossi e Ruggiano, mettendo mano a una materia delicata, hanno però scritto un manuale lontano dall’ideale umanistico dell’imitazione e più attento a cogliere gli usi oscillanti e le apparenti anomalie del tessuto linguistico italiano, descrivendo quest’ultimo non con una strumentazione tradizionale (e cioè con la grammatica prescrittiva e proscrittiva) ma con una più recente, come la socio-linguistica. L’italiano descritto nel manuale è cioè molto più vario di quello presentato nel passato, perché da’ conto di tanti e vari usi e a diversi livelli. Un paragrafo analizza, per esempio, l’italiano dei giornali; un altro quello degli elaborati scolastici e universitari; un altro ancora i segni tachigrafici della rete (le cosiddette “emoticons”). L’invito è a non considerare la lingua a priori, nella teoria, ma ad esaminarla nel suo funzionamento e ad accettare una forma, contestualizzandola entro un ambito sociale e comunicativo che le è proprio. «Diceva un noto linguista che il senso linguistico del parlante ─ha ricordato Scavuzzo ─ scorre parallelo al senso del pudore», la lingua quindi varia, e imbalsamarla in regole fisse non è sempre la via maestra da seguire.
Una parte fondamentale del manuale delinea le differenze fra italiano parlato e scritto. Quest’ultimo è un banco di prova non facile per tutti, perché, a differenza della lingua parlata, quella scritta non prevede la possibilità di correggersi in corsa (i cosiddetti “cambi di progetto”). «I più giovani ─hanno detto Rossi e Ruggiano─ tendono a scrivere in modo fluido mimando il loro modo di parlare, perché sono convinti di padroneggiare perfettamente la lingua» e questa sicurezza è un fatto tutto nuovo, proprio solo delle ultime generazioni, che, a differenza delle precedenti, già alla loro nascita, hanno trovato in Italia una sostanziale unità linguistica (l’italiano, rispetto alle altre europee, infatti è un lingua molto recente).
Il disinteresse degli studenti nei confronti della grammatica scaturisce, a parere degli autori, dal modo in cui sono realizzati i libri di sintassi che presentano esempi tratti da una lingua finta o super letteraria. “Scrivere in italiano” presenta invece oltre 800 esempi derivanti dalla lingua viva e catturati in presa diretta. Inoltre, il lettore (lo studente, ma anche il curioso della lingua) ha la possibilità di esercitarsi, testando le proprie conoscenze mediante alcune prove presenti nel manuale e altre all’indirizzo internet www.scrivereinitaliano.it (creato proprio al lancio del libro). Questo sito rappresenta un’assoluta novità nel campo della linguistica ed è senz’altro utile per chiarire alcuni dubbi comuni a tutti.
(CLAUDIO STAITI)