Natale a Salice, spegnete i cellulari e godetevi un viaggio nella Messina dei nostri nonni

Già l’inizio della conferenza stampa è un tuffo nella nostra identità, quella di una città che ha radici e storia piantate nei villaggi. Prima ancora delle parole dei presenti sono le note dei Canterini Salicesi, “I giusti”, il biglietto da visita per il Natale a Salice, giunto alla sesta edizione.

“La musica è nel Dna dei salicesi- spiega la vicepresidente del VI quartiere e tra le organizzatrici dell’iniziativa Giusy Feminò- Da noi ci sono 20 professori di musica, numerose associazioni musicali ed una banda. Natale a Salice è nato nel 2008 grazie all’entusiasmo delle insegnanti e dei bambini delle scuole del villaggio, a rischio chiusura dopo la riforma Gelmini. I bimbi sono andati dai loro nonni e hanno chiesto: ma voi cosa facevate a Natale? Così in modo semplice sono state recuperate le tradizioni più care, gli antichi mestieri, i valori, il rapporto con la terra”.

Natale a Salice è nato quindi dai racconti dei nonni e si è materializzato in un presepe originalissimo, anni ’50, che fa rivivere, attraverso i suoni, gli odori, le canzoni, i gesti, la Messina di 60 anni fa, quella che non si vergognava di lavorare la terra, quella della fuitina, quella dove i bambini giocavano in cortile a campanaro mentre le sorelle più grandi imparavano a cucire e i fidanzati facevano le serenate.

“Un presepe alternativo,non in competizione con quello di Castanea- continua la Feminò- a Salice amiamo e viviamo intensamente il Natale, si potranno gustare i prodotti tipici e trovare il sapone naturale. Un’avvertenza, chi viene da noi sappia che il cellulare non prende….”.

Un viaggio negli anni ’50 quindi, attraverso le botteghe e le case dei residenti, che hanno messo a disposizione un “pezzo di cuore e di storia”.

Natale a Salice si terrà il 25-26, il 29-30 dicembre e l’1-5 e 6 gennaio, dalle 17.30 alle 19.30.

Oltre al presepe vivente sarà possibile ammirare la mostra fotografica di auto d’epoca nel circuito di Ganzirri resa possibile grazie alla collaborazione con l’Aci e si terrà anche un concorso fotografico i cui scatti più belli saranno ricordati con una seconda mostra da allestire al Comune.

Il presepe del 29 dicembre è interamente dedicato ai diversamente abili, e le guide li accompagneranno nel percorso senza barriere architettoniche.

“La prima volta che ho visto il presepe vivente sono andato da solo- spiega il consigliere comunale Piero Adamo, che insieme al collega d’aula Franco Mondello ha contribuito all’organizzazione dell’iniziativa, al punto da diventare “salicese d’adozione”- poi ho portato la mia famiglia e quante più persone ho potuto. La rappresentazione del presepe vivente infatti è la casa dei salicesi, ognuno ha dato qualcosa, mette a disposizione qualcosa. I villaggi sono stati spesso dimenticati, come dimostra l’istanza presentata da Montemare per diventare Comune. Dovremmo imparare ad ascoltarli”.

L’esigenza di un decentramento reale è stata infatti sottolineata da Franco Mondello che si è soffermato sull’aspetto storico dei villaggi: “ Nei primi anni del ‘900 don Mazzeo tornò a Salice con una federa piena di dollari e decise di investire nella sua terra. E’ nata così una comunità unita, attiva, legata alla terra ed alle tradizioni. Un’amministrazione attenta deve riuscire a coniugare il decentramento con la necessità di dare risposte ai villaggi”.

Presenti alla conferenza stampa anche il sindaco e l’assessore alla cultura Perna, che ha annunciato, in primavera la festa delle bande musicali, “Stiamo lavorando ad un progetto per realizzare itinerari turistici destinati ai croceristi che sbarcano a Messina e che tocchino i villaggi, perché è proprio nei villaggi che scatta la differenza dell’identità”.

Come sottolineato da Giusy Feminò gli ultimi decenni hanno comportato più percorsi di “cancellazione” di quella differenza d’identità che non di valorizzazione, come dimostrano spesso cementificazione selvaggia e demolizione ma è proprio questo aspetto che ha voluto sottolineare il sindaco Accorinti “I villaggi sono il centro, non il contrario, io sono stato a Salice e ci tornerò per il Natale e dico, facciamolo insieme, valorizziamo questi scorci unici. Anche il decentramento può essere cambiato, ma abbiamo ereditato una macchina rotta, stiamo cercando di rimetterla in moto”.

Rosaria Brancato