MESSINA – A meno di 48 ore dall’elezione del presidente del Consiglio, nella tarda notte tra il 29 e il 30 maggio, l’aula consiliare di Palazzo Zanca continua a convivere con gli strascichi delle polemiche generate dalla votazione. O meglio, dal regolamento, perché a Nello Pergolizzi sono bastati 15 voti, uno in più di Maurizio Croce, per conquistare lo scranno dell’ufficio di presidenza, mentre per l’opposizione, che in realtà oggi ha numeri da maggioranza (17 a 15), ne sarebbero dovuti servire 17. E tutto passa da una domanda: si trattava di una prima o di una seconda votazione?
Il 2 maggio scorso, infatti, si è già votato la prima volta e si è concluso con un nulla di fatto. Poi il voto di due giorni fa, ma con un Consiglio comunale diverso, con Salvatore Caruso e Giuseppe Schepis a sostituire i dimissionari Cateno De Luca e Alessandro De Leo. Per il segretario generale Rossana Carrubba non ci sono dubbi: si tratta di una seconda votazione e così l’elezione di Pergolizzi appare legittima. Ma per i 17 membri dell’opposizione non è così. E nel consiglio di ieri sera, concluso con una pioggia di sospensioni e rinvii, Dario Carbone di Fratelli d’Italia ha citato l’articolo 19 della legge regionale numero 7 del 1992, che al comma 1 specifica: “Per l’elezione del presidente è necessario che si consegua alla prima votazione il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti del consiglio, conseguito il pregiudiziale plenum con le surroghe, come disciplinate”. Urla, polemiche e consiglio sospeso per qualche minuto, ma il tema resta aperto e i due fronti politici si contrappongono in maniera più dura che mai: da una parte si preparano delibere ed eventuali ricorsi, mentre dall’altra filtra tranquillità.
“Abbiamo ricevuto una ‘non risposta’ – spiega Carbone, uno dei più attivi oppositori dell’elezione all’interno dei partiti di centrodestra – e abbiamo dovuto rinviare la votazione degli altri componenti dell’ufficio di presidenza. La legge è chiara e secondo noi non dovrebbe essere soggetta a interpretazioni. Mi spiace che considerata l’ora tarda del consiglio di due giorni fa sia stata omessa una parte, che ci dice che per considerarla seconda votazione è necessario che il plenum dei consiglieri sia il medesimo. Ma il plenum del 2 maggio è stato sciolto con le dimissioni di Cateno De Luca. Si è ricostituito con la surroga del consigliere Caruso, poi si è sciolto nuovamente con le dimissioni di De Leo ed è stato ricostituito con l’arrivo di Schepis. Impossibile considerare quella di due notte fa una seconda votazione: era una prima votazione a tutti gli effetti e quindi, a norma di legge, serviva il voto della maggioranza dei votanti più 1, quindi un totale di 17”.
“Il consigliere Pergolizzi ne ha ottenuti 15 – conclude poi Carbone – e non capiamo come sia stato proclamato presidente del Consiglio. Per cui questa è un’elezione invalida e ci adopereremo per non farla confermare. Valutiamo l’impugnativa al Tar, ma per ragioni di economia dell’ente vorremmo predisporre una proposta di delibera volta ad evitare e annullare questa elezione che riteniamo sia illegittima”. E intanto oggi c’è una nuova seduta di Consiglio: “Non capiamo perché il consigliere Pergolizzi abbia convocato in via di straordinaria urgenza il consiglio di oggi alle 22, visto che c’è stata la proroga per la votazione del bilancio (al 31 luglio, ndr). I motivi di urgenza non li ravvisiamo più: pensiamo sia solo un tentativo di prova di forza della maggioranza ma mi risulta che questi li abbiano recentemente persi tutti, non credo convenga”.
Dal canto suo, Pergolizzi è sereno: “Il segretario generale è stato chiaro. Una volta effettuata la votazione con la maggioranza assoluta questa non è ripetibile, indipendentemente dalla sessione, che sia nuova o vecchia. La votazione a 17 si è tenuta, quindi tutte quelle successive si effettuano con la maggioranza semplice. Io sono sereno e tutti i dubbi finora posti dall’opposizione in questa fase, come quello relativo al riferimento ai consigli provinciali, è stato poi subito spiegato. Bisogna informarsi bene. Se vogliono continuare è giusto che lo facciano, ma io sono tranquillo”.
“Il voto – prosegue Pergolizzi – è stato sancito da una votazione oltre che dal parere del segretario generale, garante della legittimità degli atti che si votano in Consiglio. E inoltre la votazione è stata anticipata da una richiesta di parere da parte dei consiglieri, che hanno chiesto proprio chiarimenti sul tipo di votazione ed è stato subito risposto si trattasse di seconda votazione. Nessuno è intervenuto, hanno accettato questa cosa senza contestare. Solo dopo la fine della partita persa hanno iniziato a contestare quest’applicazione della norma. Ci sono i tribunali che possono stabilire eventuali ragioni, se vogliono che procedano pure”.
E sull’urgenza di stasera, Pergolizzi è chiaro: “Per quanto riguarda il bilancio, il termine è stato prorogato al 31 luglio ma questo non vuol dire che bisogna ritardare. Sarebbe opportuno esitare le delibere nell’interesse della comunità. Oggi accade che chi finora ha predicato bene ora razzola male e sta facendo di tutto per far saltare l’approvazione del bilancio preventivo, del Dup e del piano tariffario Tari. A chi dice che vengono meno queste condizioni per approvare il bilancio, che nonostante la proroga dei termini resta fondamentale per un’amministrazione comunale approvare nel più breve tempo possibile le delibere. Oggi il comune agisce in dodicesimi e certamente non ha capacità di programmazione che potrebbe avere un ente locale con bilancio approvato. Facile fare la polemica, ma bisogna essere coerenti. Alcuni componenti dell’opposizione oggi si dimostrano incoerenti alla luce di questi dati”.