Gli ex Aicon vogliono svegliare politica e Istituzioni

Gli ex Aicon vogliono svegliare politica e Istituzioni

Francesca Stornante

Gli ex Aicon vogliono svegliare politica e Istituzioni

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mercoledì 17 Aprile 2013 - 12:38

Al via questa mattina la protesta dei lavoratori ex Aicon licenziati dopo il fallimento della società che produceva yacht di lusso. Insieme al sindacato Usb promettono di non lasciare il presidio davanti Palazzo dei Leoni fino a quando la politica e le Istituzioni resteranno con le mani in mano.

Hanno deciso di trasferirsi davanti Palazzo dei Leoni a oltranza. Non hanno avuto scelta, sono senza futuro, licenziati da due anni, in mobilità dallo scorso 30 gennaio. 324 padri di famiglia che un tempo lavoravano nei cantieri di Villafranca e Giammoro producendo yacht di lusso in una realtà imprenditoriale famosa nel mondo e quotata in borsa. Poi il fallimento, la fine di tante speranze e progetti, il licenziamento e adesso l’attesa di un aiuto dalla politica e dalle Istituzioni che non è mai arrivato. Gli ex lavoratori Aicon da questa mattina sono in presidio permanente davanti la Provincia. E non andranno via perché nessuno ha fatto niente fino ad oggi per evitare di arrivare a questo punto.”Serve innanzitutto un piano occupazionale per questi lavoratori che non vogliono rimanere parassiti sulle spalle dello Stato, ma che chiedono solo un’altra possibilità” ha detto il sindacalista Usb Vincenzo Capomolla. Servirebbero però azioni urgenti nell’immediato. “Già dalla prossima settimana molti lavoratori dovranno presentarsi in Tribunale per la messa all’asta delle loro case. Dopo anni di sacrifici non si può privare intere famiglie di un tetto sulla testa, la politica a tutti i livelli dovrebbe intervenire per sancire almeno l’impignorabilità della prima casa in situazioni drammatiche come questa” ha detto il sindacalista che si chiede dove sia finita la tanto annunciata rivoluzione del Presidente Crocetta. “Una vera rivoluzione nella Sicilia di oggi che lavorativamente sta morendo deve iniziare dal lavoro. Chiediamo un piano per il lavoro, chiediamo un progetto serio che dia speranze e risposte non solo ai lavoratori Aicon ma a tutte le migliaia di licenziati ridotti nelle stesse condizioni”. Poi ci si chiede perché nessuno abbia mosso un dito per cercare imprenditori che volessero investire e rilanciare la produzione di yacht sfruttando l’alta professionalità di questi lavoratori e il potenziale dei cantieri Aicon. “L’unica offerta formalizzata proviene dalla Cina e punta solo a portare via tutto ciò che c’è in quei cantieri senza un minimo sguardo ai lavoratori” spiega Capomolla. Loro non lo permetteranno. Aspettavano anche un incontro con il Presidente Crocetta che aveva promesso di ascoltarli lo scorso 7 febbraio. Un incontro che non c’è mai stato. Un incontro di cui nessuno ha più parlato. Sperano di lanciare un segnale forte rimanendo in presidio permanente davanti Palazzo dei Leoni. E avvieranno una petizione popolare per riportare al centro dell’attenzione l’emergenza sociale e il diritto al lavoro.

(Francesca Stornante)

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