La rete “SdoganiAMO Messina” riunisce diverse associazioni cittadine, tutte con un unico obiettivo: creare sviluppo e sfruttare le potenzialità della città. Ieri se n’è avuta una prima dimostrazione, un presidio di tre ore per spiegare alla cittadinanza cosa s’intende creare per rivitalizzare l’area strategica della Dogana.
“Un polo enogastronomico ed artigianale, che possa attrarre turisti e cittadini come vetrina delle principali vocazioni della nostra terra – spiega Nicola Cassata, portavoce del movimento Patto Generazionale -. La nostra iniziativa parte dalla dogana per vari aspetti, primo fra tutti la sostenibilità economica del progetto. Si tratta infatti di un punto nevralgico che può coinvolgere 300 mila crocieristi l’anno insieme al milione di utenti di Metromare. In questi spazi è previsto altresì un progetto di pedonalizzazione dell’area. E’ verisimile riconoscere un valore economico al progetto di creazione, all’interno degli spazi inutilizzati dell’edificio doganale”.
“L’idea – aggiunge Mauro Prestipino dell’associazione Ingenium è quella di estendere il ragionamento a tutta l’area portuale e cittadina, con progetti integrati e non scollegati. Mi riferisco alle sorti della Fiera, dell’Arsenale, della Zona falcata”.
Al presidio è intervenuto anche il presidente dell’associazione MeGreen, Francesco Armone: “A 20 anni voglio credere che si possa, oltre che nascere, crescere e vivere a Messina. Vedere amici abbandonare questa realtà per andare all’estero crea uno sconforto che andrebbe superato da uno scatto d’orgoglio della nostra generazione. Questa iniziativa è l’emblema della direzione che questa città dovrebbe prendere per risollevarsi sul piano economico ed occupazionale”.
Ed infine Alberto De Luca, ideatore dell’iniziativa: “Andremo avanti fino in fondo. Ho già chiesto un incontro con il Direttore generale delle dogane, e presto ne renderò conto alla cittadinanza. Vogliamo capire se c’è alla base una volontà politica di spostare il crocerismo a Catania. Non si capisce perché nel capoluogo etneo è stato possibile valorizzare le aree della dogana per offrire servizi ai turisti e a Messina no. I dati confermano infatti una crescita del flusso croceristico catanese a scapito di quello messinese.”