Dopo le ultime tragedie causate dal maltempo Messinaccomuna sottolinea l’importanza degli strumenti di prevenzione e protezione del territorio ricordando come l’ex amministrazione avesse predisposto la Variante al Piano Regolatore finita al centro di una querelle con l’ ex consiglio comunale.
“L’emozione fortissima per la perdita di vite umane a Casteldaccia impone ancora una volta l’obbligo di un’azione concreta per la messa in sicurezza dei nostri territori.
I media hanno puntato il dito contro l’abusivismo, piaga certa dei nostri tempi recenti, ma ancora prima dovrebbero raccontare di come molti strumenti urbanistici siano “abusivi” rispetto alle corrette logiche di insediamento nei territori le cui caratteristiche di fragilità non cambiano solo perché qualcuno ha sciaguratamente definito quei luoghi come edificabili, così come è avvenuto a Messina con il Piano Regolatore tutt’ora vigente”.
L’ex amministrazione Accorinti nella nota diramata oggi nell’evidenziare come l’attuale giunta su questo fronte non si sia ancora mossa ricorda di aver redatto, in continuità con quanto previsto dal precedente Consiglio (delibera 74C/2012) e dall’ex assessore della giunta Buzzanca Corvaja, una Variante di salvaguardia per eliminare il potere edificatorio dalle zone dichiarate a rischio.
Nel febbraio 2017 la Variante è approdata in Aula (dopo la bocciatura in sede di Commissione consiliare) ma il Consiglio non ha mai discusso la delibera e per questa inadempienza l’ex assessore De Cola ha richiesto la nomina di un commissario ad acta alla Regione.
“Sappiamo che l’attuale Amministrazione ha detto di volere ritirare la delibera e chiediamo il perché- prosegue la nota- I nostri territori non sono più a rischio? Gli studi sui quali si basa la Variante sono stati superati? Eppure la Variante ha avuto il plauso della struttura di Governo Italia Sicura, Casa Italia e dell’Istituto Nazionale di urbanistica; non prevede nuove edificazioni ma esclusivamente misure per la messa in sicurezza dei territori, declassa aree edificabili in aree a verde ed elimina circa due milioni di metri cubi di potere edificatorio. E forse il problema è proprio questo. Nella nostra città in cui la cultura del metro cubo ad ogni costo è ancora oggi imperante, è difficile accettare che si possano tagliare previsioni per nuove costruzioni, tuttavia – in assenza dell'adozione della Variante – il vigente PRG continua a consentire il rilascio di titoli autorizzativi nelle zone a rischio, rendendo possibili nuove tragedie”.
Gli ex amministratori chiedono quindi che i nuovi organi amministrativi e consiliari prendano posizione sulla vicenda, e che la Regione valuti nuovamente la richiesta di commissariamento e anche di inserire nella nuova legge urbanistica adeguate e concrete misure per prevenire l’esposizione al rischio. In merito la metodologia seguita per la Variante può fornire utili spunti.
Si chiede quindi che il Consiglio discuta la Variante di salvaguardia targata amministrazione Accorinti, ripartendo da un lavoro già concluso e disponibile che rappresenta un primo importante passo per attivare adeguati livelli di tutela rispetto a potenziali rischi futuri.
“Ogni ulteriore perdita di tempo potrebbe diventare una colpevole omissione di responsabilità, quanto meno politica, da parte degli organi amministrativi nazionali, regionali e locali”