Rischio sismico, monitoraggio, mitigazione del pericolo e possibilità di ricerca. Questi i temi toccati nel corso dell’incontro che ha visto coinvolti gli architetti, gli ingegneri del Genio e della Protezione Civile, personalità politiche e vertici dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Un incontro che si è tenuto a quasi tre anni di distanza dal precedente, per fare il punto della situazione e per avanzare nuove proposte.
Ad aprire i lavori sono stati l’architetto Giovanni Lazzari, presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina ed il prof. Limosani dell’Università di Messina. Quest’ultimo nel corso del suo intervento ha subito introdotto uno dei temi cardine dell’incontro: la realizzazione di un Centro di Ricerca sulla sismicità di Messina e di un Museo del terremoto del 1908. Della realizzazione di questo Centro se ne era parlato anche due anni fa quando le Università di Messina e di Reggio avevano firmato un Patto Federativo per la realizzazione di un Politecnico dello Stretto, dedicato alla ricerca e al monitoraggio della zona sismica dello Stretto. Inoltre si era discusso della messa a punto di un Piano Integrato della Protezione Civile di Messina e Reggio, per rendere entrambe le città dello Stretto "Città Sicure". Ma di tutte queste iniziative ancora oggi nulla è andato in porto.
Successivamente è intervenuto anche Nicola Alessandro Pino, ricercatore dell’INGV, il quale ha sottolineato come la conoscenza del rischio sismico che interessa l’area della Stretto non basti per far assumere alle persone consapevolezza dei comportamenti da tenere in caso di calamità, e per sollecitare interventi normativi da parte delle istituzioni che, con lentezza, programmano dei piani di adeguamento sismico per gli edifici. “Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi al mondo dove la magnitudo delle scosse non raggiunge livelli altissimi, siamo il secondo Paese al mondo, che nel 2016, ha pagato il dazio più alto in termini di vite umane”, ha spiegato Pino. Inoltre, il ricercatore, ha voluto puntualizzare che nonostante i terremoti accadano seguendo una razionalità, ovvero sempre nelle stesse zone e sempre con intensità simili, oggigiorno non si è ancora in grado di prevedere quando avverranno le scosse. Per l'esponente dell'INGV la realizzazione di un Centro di Ricerca nella zona del messinese potrebbe essere di grande aiuto nello studio dei terremoti, per la ricerca delle faglie e potrebbe anche essere, come avviene in altri Stati come in Giappone o in California, volano per la cultura e per il turismo. Infatti affiancando al Centro un museo didattico ed interattivo, si potrebbe al contempo informare sui terremoti ed educare alla cultura della prevenzione, oltre che preservare la memoria di un evento, il terremoto del 1908, profondamente radicato nella storia e nell’identità della città.
Insomma Messina potrebbe trovare in quella che è una sua debolezza, ovvero la sismicità del territorio, una risorsa per lo sviluppo della scienza, della cultura e del turismo.
All’incontro erano presenti anche il Presidente dell’ARS, Giovanni Ardizzone e il parlamentare Vincenzo Garofalo, che si sono dichiarati disponibili a fare da interlocutori, insieme all’INGV, per la realizzazione di questi progetti. Tuttavia c’è da sottolineare, come ha fatto l’architetto Lazzari, la completa assenza all'incontro di rappresentati dell’Amministrazione Comunale, senza i quali nessun piano di prevenzione o di innovazione può essere attivato.
Marco Celi