Almeno 850 ettare di terreni andati in fumo e 500 mila euro di danni alle coltivazioni E’ questa la prima stima dei danni subiti dal territorio a causa degli incendi delle scorse settimane emersa dalla riunione che si è svolta lunedì a Palazzo Zanca tra il Comune di Messina, rappresentato dagli assessori, allo Sviluppo Economico e Attività Produttive, Guido Signorino, e alla Protezione Civile, Sebastiano Pino, l’Ispettorato Provinciale Agricoltura, rappresentato da Salvatore Bottari, l’ufficio Servizio per il territorio di Messina del dipartimento regionale dello Sviluppo Rurale con Giovanni Cavallaro, l’Ispettorato Diparimentale delle Foreste di Messina con Francesco Gangemi e l’esperto del sindaco, Filippo Cucinotta.
Nel corso della riunione si è fatta una prima valutazione della terra bruciata che, con riferimento in particolare alla zona tirrenica (Calamona-Piano Torre-Spartà) e alla zona nord (Curcuraci) è di circa 850 ettari. La maggior parte dei terreni sono privati e incolti; secondo le valutazioni del dipartimento dello Sviluppo Rurale gli incendi della zona tirrenica e della zona nord hanno riguardato terreni demaniali per meno del 10 per cento del totale (circa 60 ettari su 850).
A seguito dell’incontro, l’Ispettorato Provinciale Agricoltura ha calcolato che le coltivazioni hanno ricevuto un danno ad oggi stimato in circa 500 mila euro. In particolare l’incendio della zona tirrenica ha distrutto 30 ettari di uliveto, con una stima per i ripristini di 250 mila euro, 5 ettari di agrumeto e frutteto (stima danni 70 mila euro); 5 ettari di vigneto (100 mila euro). A questo si aggiungono, in base ai rilievi aerofotogrammetrici e considerando anche i danni derivanti dall’uso di acqua salmastra dai Canadair, 4 ettari di vigneto tra Curcuraci, Pezzolo e Tipoldo (80 mila euro), pervenendo alla stima complessiva di 500 mila euro.
In corso di elaborazione a cura del dipartimento regionale dello Sviluppo Rurale la stima del danno ambientale in termini di superficie boschiva persa. La valutazione complessiva verrà trasmessa alla Regione Siciliana e al Governo Nazionale, chiedendo a tutte le rappresentanze politiche messinesi ogni forma di attività per il giusto ristoro e per la deroga al divieto di rimboschimento per prevenire il grave rischio idrogeologico, cui la città è adesso maggiormente esposta.
Sempre sul fronte della prevenzione, l’assessorato allo Sviluppo Economico ha contattato il Parco Nazionale dell’Aspromonte e intende chiedere fondi per avviare a Messina i “Contratti di Responsabilità Territoriale”, fondati sul coinvolgimento del volontariato e delle associazioni locali dei coltivatori. Dalla riunione, e in condivisione con gli assessori, Sebastiano Pino, e al Verde Pubblico, Daniele Ialacqua, è emerso che il burgensatico di Pezzolo potrebbe costituire, tra le altre eventualmente individuate con le Circoscrizioni, un’area privilegiata per avviare una prima sperimentazione.
Di incendi boschivi si parlerà anche nell’importante convegno organizzato dall’assessorato allo Sviluppo Economico con la Coldiretti su legalità e contrasto alle agromafie, in programma domani, giovedì 20, dalle ore 10, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca.