E’ ancora la situazione economica di Palazzo Zanca e, dunque, il possibile default a preoccupare l’amministrazione comunale. Non ne ha fatto mistero in conferenza stampa il vice-sindaco Guido Signorino, docente di economia per professione ed assessore al bilancio ed allo sviluppo economico per “devozione”, nei confronti della città in primis e di Renato Accorinti poi , al fianco del quale è stato sin dall’inizio del percorso che lo ha consacrato sindaco della città.
«Abbiamo trovato una grande incertezza sui numeri e sulla situazione debitoria del Comune» ha esordito nell’incontro con i giornalisti il vice-sindaco, spiegando di aver «avviato una due diligence sui conti che, confermando l’approccio metodologico degli uffici, ha evidenziato una lievitazione della massa debitoria intervenuta nel semestre, con una crescita di 20 milioni: da 78 a 98 milioni di Euro». La brutta notizia è l’ulteriore monitoraggio ed accertamento eseguiti dagli uffici hanno svelato che il debito censito al 31 dicembre 2012 è pari ad oltre 120 milioni.
Signorino ha, poi, ricordato che in questi cento giorni l’amministrazione ha cercato e trovato la strada per rimettere mani al piano decennale di riequilibrio, precedentemente elaborato dal commissario Croce e dai suoi esperti . «Abbiamo costruito un percorso di sicurezza giuridica che ci consentisse di intervenire sul piano con un tempo adeguato per tentare di riscriverlo. Siamo riusciti ad ottenere un tempo esteso fino a fine gennaio 2014. L’area Economico-Finanziaria ha istituito una “unità-piano” dedicata a questa finalità. Permangono notevoli criticità (contenzioso, derivati) che devono essere affrontate e che richiedono e richiederanno molto sforzo».
Per portare nelle casse del Comune i 150 milioni inizialmente previsti dalla convenzione con l’AMAM, su cui si basava il piano di riequilibrio ma che non era legittima, il vice-sindaco ha ammesso di aver preso “a prestito” la proposta lanciata in campagna elettorale da un altro candidato sindaco (Gianfranco Scoglio, mai nominato nel suo intervento), che aveva deciso di puntare sulla distribuzione del gas. «Attualmente – ha evidenziato Signorino – la distribuzione ha luogo tramite una concessione gratuita, mentre il Comune di Messina può: esigere nell’immediato un canone dall’azienda che gestisce tale servizio o mettere a gara il servizio stesso». Il vice-sindaco ha comunicato di aver «avviato i passi per far valere queste opportunità».
A proposito delle risorse stanziate dal Governo con il Decreto-legge 35 per sanare i debiti delle PA con le imprese, Signorino ha reso noto in conferenza stampa che un emendamento approvato alla Camera potrebbe riaprire l’accesso ai fondi della Cassa Depositi e Prestiti per le amministrazioni di nuovo insediamento i cui Comuni non hanno ancora beneficiato delle somme impegnate dall’esecutivo nazionale. «Se questo venisse confermato – ha detto – valuteremo con grande attenzione la possibilità di accedere a questa anticipazione».
Nel suo personale bilancio di questi primi mesi di mandato, Signorino ha voluto evidenziare che dopo decenni sono stati affrontati i problemi legati al rapporto con le partecipate: debiti, contratti di servizio. «Si è sottoposto a verifica il censimento dei debiti con ATO ME 3, si è attivato un tavolo tecnico con ATM (da 14 anni il Comune non approva i bilanci della sua partecipata) per la valutazione dei debiti ATM e dei debiti del Comune nei confronti dell’azienda; si sta redigendo il contratto di servizio con ATM (che è propedeutico allo sblocco dei finanziamenti regionali)».
Sul fronte delle entrate, il vice di Accorinti ha ricordato il protocollo d’intesa firmato con l’Agenzia delle Entrate per la lotta all’evasione, che porterà risorse al Comune ed emersione di redditi e attività sommerse. «Entro ottobre ci sarà la partecipazione del nostro personale dell’ufficio tributi ai momenti di formazione dell’agenzia al fine di avviare tempestivamente queste attività».
Tra i provvedimenti emanati in questi primi 100 giorni che potrebbero avere ricadute positive a livello economico, per Signorino c’è certamente quello con cui è stato avviato il progetto per il recupero delle entrate derivanti dallo smaltimento in house delle pratiche di sanatoria edilizia, fino a prima affidate all’esterno, con più costi e minore efficienza. «Ci aspettiamo di recuperare 2.4 milioni in 4 anni», la previsione incoraggiante del vice-sindaco».
La speranza è che, nei prossimi mesi , oltre alle previsioni arrivino anche dati e numeri incoraggianti, che spingano il Comune di Messina fuori dal tunnel dissesto finanziario. (Danila La Torre)