“Stiamo cambiando la storia”. Queste le prime parole del quasi-Presidente della Regione Rosario Crocetta, a oltre metà scrutinio che lo conferma in testa, tra l’altro ad almeno 5 punti di distanza dal secondo. La Sicilia avrà per la prima volta un Presidente di sinistra, “un ex comunista” come l’ha definito Musumeci richiamando il suo passato tra Pci e Rifondazione. E’ vero, vi fu Capodicasa, ma in quel caso il governo nacque da ribaltoni interni, in questo caso stiamo parlando di un’elezione diretta dei siciliani che per la prima volta virano chiaramente a sinistra. O meglio a centro-sinistra, vista la presenza dell’Udc. "Da quanto emerge dai primi seggi scrutinati – ha detto Crocetta – siamo in testa in diverse province: Siracusa, Ragusa, Caltanissetta, Agrigento e soprattutto Messina". In verità il voto messinese è stato tra i più determinanti per la percentuale dell’ex sindaco di Gela.
"Oggi è cambiata la storia della Sicilia. Sono riuscito nel miracolo di mettere insieme movimenti non politici e partiti-dichiara Crocetta- Io sono veramente rivoluzionario, non Grillo che blatera. Non farò inciuci all'Assemblea, cercherò la maggioranza sui provvedimenti e se non ci riuscirò chiederò il sostegno dei cittadini. Tornerò al voto e vincerò con una valanga di voti".
Il messaggio anti-inciuci è chiaro e fa seguito alle polemiche pre-voto sul travaso di consensi che Lombardo avrebbe dirottato su Crocetta e su ventilati accordi sottobanco con Miccichè e i suoi. E’ chiaro che non avrà una maggioranza stabile al momento dell’insediamento ed il percorso è pieno di ostacoli. Ma l’ex sindaco di Gela punta al consenso sul programma più che nel segreto delle stanze. I conti si faranno ad elezione finita quando i nomi dei 90 saranno definiti, così come i possibili cambiamenti in corsa d’opera. L’unico dato certo è che i grillini non faranno alleanze. E, stando agli esiti elettorali, saranno una truppa nutrita con cui fare i conti.
Rosaria Brancato