Dalla Commissione consiliare viabilità presieduta da Simona Contestabile, si registra una nuova levata di scudi contro la privatizzazione e la relativa chiusura delle vie Ducezio e Scite attraverso cancelli e passi carrabili.
L’istanza per chiudere l’accesso dalla via Ducezio e “privatizzare” l’ingresso al quartiere, presentata ad inizio 2016 dal “supercondominio” che riunisce circa 23 condomini dell’area più a monte (Park Palace, parco Mira, Residence 74 più alcune recenti costruzioni), ha avuto il parere negativo della IV circoscrizione ed un primo no lo scorso settembre da parte della Commissione consiliare viabilità. Anche la Polizia municipale aveva espresso parere contrario, mentre il dirigente della mobilità Pizzino nei mesi scorsi era orientato a dare il via libera alla chiusura delle strade.
La Commissione consiliare a distanza di nove mesi è tornata a riunirsi per affrontare l’argomento, ma all’appello mancavano sia Pizzino che l’assessore Cacciola. Ai presenti, tra i quali i vertici della Cot (che sarebbe fortemente penalizzata dalla privatizzazione della strada), non è rimasto altro che ribadire l’orientamento contrario all’istanza. Dalla presidente Contestabile alle consigliere Sindoni e Faranda sono stati ribaditi i motivi per i quali la chiusura di un’area che registra oltre 4 mila residenti ed un numero elevato (ed imprecisato) di pazienti che si recano alla Cot nonché utenti di uffici ed acquirenti dei negozi, costituirebbe sia un disagio che un rischio per la sicurezza.
“La Cot è strategica per la Protezione civile- ha spiegato l’avvocato Carlo Mazzù– E’ infatti inserita nel piano di protezione civile come zona d’assembramento ed edificio tattico. Devono inoltre essere considerate le conseguenze per le ambulanze o per i pazienti che non potrebbero più accedere agevolmente alla struttura se non attraverso cancelli e portinerie”.
I presupposti formali per l’istanza scaturiscono da una vicenda che risale ad oltre 50 anni fa, al 1961, quando la Mira Costruzioni presentò un piano di lottizzazione che prevedeva, a servizio dei complessi che stavano sorgendo, la realizzazione di una strada di collegamento tra il viale Italia e Montepiselli. Nel 1966 veniva depositato un atto con cui venivano cedute le strade che servivano l’intera area lottizzata ma che, in base all’intesa stipulata, sarebbero dovute essere acquisite dall’amministrazione e quindi municipalizzate a conclusione dei lavori di urbanizzazione effettuati dall’impresa. Cinquanta anni dopo non è stato fatto nulla, le due strade (Ducezio e Scite) non sono state municipalizzate, è aumentata la densità della popolazione residente e degli immobili. Ad inizio 2016, a causa di un aumento di tentativi di furti numerosi condomini hanno chiesto all’amministratore, alla luce della “distrazione” dell’amministrazione che in mezzo secolo non aveva municipalizzato le strade, di chiuderle per motivi di sicurezza, regolando l’accesso ai soli residenti.
La proposta ha incontrato una serie di stop a Palazzo Zanca.
“Le conseguenze- ha continuato Mazzù- non riguardano solo la Cot, ma anche gli stessi abitanti e quanti utilizzano la via Scite per raggiungere Gravitelli. Ci sono diritti che non possono essere lesi da una delibera di condominio, neanche se si tratta di un supercondominio….. Piuttosto è bene che l’amministrazione proceda con la municipalizzazione che non ha fatto in 50 anni. Del resto fino a pochi mesi sono stati emessi provvedimenti per la concessione di passi carrabili o relativi alla viabilità in quella zona che non potrebbero essere emessi qualora la si considerasse privata. Se ne deduce che il Comune si comporta come se quelle due strade siano a tutti gli effetti comunali”.
Se la via Ducezio consente l’accesso da viale Italia a migliaia di automobilisti e pedoni, la via Scite, di poco distante,è una strada di collegamento con piazza Pietro Castelli ed è altrettanto utilizzata come la precedente. I disagi, in caso di chiusura, sarebbero numerosi come ha rilevato nei mesi scorsi il presidente della IV circoscrizione Francesco Palano Quero. Il Consiglio di circoscrizione dopo aver chiesto parere legale e l’attivazione di un tavolo tecnico, ed in base anche al parere negativo della Polizia Municipale aveva votato no all’unanimità.
“Esiste ampia giurisprudenza inoltre che chiarisce che una strada che unisce due strade pubbliche non può essere chiusa improvvisamente dopo oltre 50 anni- aveva spiegato Quero a settembre durante la seduta della Commissione- Queste strade devono essere acquisite dal Comune e sanare una situazione rimasta insoluta. Se volevano chiuderla dovevano farlo mezzo secolo fa”.
Nove mesi dopo la Commissione ha ribadito posizione contraria, rinviando però, vista anche l’assenza dell’assessore alla viabilità, ad una successiva seduta con la Commissione Patrimonio.
Rosaria Brancato