Sfida, il Sindacato Famiglie Italiane Diverse Abilità, ci era andato giù duro: “Due alunni ultradiciottenni con disabilità, regolarmente iscritti, per l’ anno scolastico 2012-2013, alla classe V di un istituto superiore in provincia di Messina, lunedì 10 settembre, primo giorno di scuola, non sono stati accettati in classe, perché essendo ripetenti e maggiorenni, avrebbero assolto l’obbligo scolastico, quindi pur non avendo completato il corso di studi intrapreso, non avrebbero diritto a frequentare l’ultimo anno di scuola”. Il sindacato aveva denunciato il comportamento dell’istituzione scolastica, dopo aver accettato l’iscrizione ed inoltrato regolare richiesta per il docente di sostegno.
Ma secondo il provveditore agli studi di Messina, Emilio Grasso, la richiesta per il docente di sostegno non era mai arrivata: “Oggi abbiamo parlato con un genitore e col dirigente scolastico. I due ragazzi hanno 23 anni e lo scorso anno avevano fatto una programmazione particolare per finire il loro percorso di studio. Se i ragazzi non sono stati ammessi agli esami, bisogna garantire la fine del percorso scolastico. Non so da cosa sia derivato il malinteso. L’iscrizione è stata regolarmente pagata e l’istituzione scolastica non ha dato loro alcuna comunicazione. La scuola ha invece comunicato a noi che non c’era più bisogno del posto di sostegno. Ci dev’essere stato un equivoco, forse dovuto al cambio del dirigente scolastico che doveva valutare i motivi della mancata ammissione agli esami, ma comunque la risorsa del sostegno verrà ripristinato e i ragazzi potranno concludere il loro percorso formativo”.
Polemica chiusa? Solo in parte, perché il sindacato Sfida denuncia che le ore di sostegno sono state comunque dimezzate: “Siamo soddisfatti della riammissione – dichiara il segretario provinciale, professoressa Maria Vitale Merlo – ma andavano riattivate le ore di sostegno in modo completo. Se i ragazzi sono stati bocciati, evidentemente avevano delle difficoltà e necessitano di un sostegno continuo. Sembra quasi che ci abbiano fatto un favore, invece si tratta di un diritto sancito. Questa situazione non si doveva neppure venire a creare”. (Marco Ipsale)