Operazione Vivaio. Chieste 17 condanne e tre assoluzioni

Diciassette condanne, per quasi 170 anni di carcere e tre assoluzioni. Queste le richieste alla Corte d’Assise, formulate dai pubblici ministeri Giuseppe Verzera e Francesco Massara nel processo scaturito dall’operazione “Vivaio”. L’inchiesta, condotta dai Carabinieri, il 10 aprile del 2007 portò all’arresto di 15 persone per associazione mafiosa finalizzate alle estorsioni. Secondo l’accusa il clan dei barcellonesi controllava i principali appalti e subappalti e gestiva le discariche di Mazzarrà Sant’Andrea e Tripi. Un business da decine di milioni di euro che aveva assunto dimensioni enormi nella fascia tirrenica della provincia di Messina. Naturalmente gli imprenditori che si rifiutavano di sottostare al ricatto subivano pesanti minacce ed intimidazioni o danneggiamenti nei cantieri.
Nel dettaglio chiesti: ergastolo per Aldo Nicola Munafò; 6 anni per Carmelo Bisognano (collaboratore di giustizia); 3 anni e 10 mesi per Bartolo Bottaro; 30 anni per Tindaro Calabrese; 16 anni per Agostino Campisi; 12 anni per Salvatore Campanino; 8 anni e 6 mesi per Alfio Giuseppe Castro (collaboratore di giustizia); 6 anni per Maria Luisa Coppolino; 8 anni e 10 mesi per Salvatore Fumia; 3 anni e 2 mesi per Aurelio Giamboi; 8 anni e 4 mesi per Sebastiano Giambò; 16 anni per Michele Rotella; 10 anni e 10 mesi per Stefano Rottino; 3 anni e 2 mesi per Thomas Sciotto; 17 anni per Nunziato Siracusa, 16 anni e 10 mesi per Carmelo Salvatore Trifirò, 3 anni e 2 mesi per Giuseppe Triolo. Chiesta l’assoluzione per Antonino Calcagno, Cristian Giamboi, Giacomo Lucia.