4 anni di reclusione sono stati chiesti nei confronti del senatore di Forza Italia, Marco Siclari, imputato nel processo “Eyphemos”, dal pubblico ministero della Dda di Reggio Calabria, Giulia Pantano. Nel processo che vede alla sbarra esponenti della cosca di ‘ndrangheta Alvaro, il senatore di Forza Italia che ha scelto il rito abbreviato è accusato di scambio elettorale politico mafioso e alle elezioni politiche del 2018.
Siclari, secondo gli inquirenti, alle elezioni politiche del 2018, sarebbe stato appoggiato proprio dalla cosca Alvaro. Dall’impianto accusatorio è emerso che, “accettava (Siclari) – è scritto nel capo di imputazione – a mezzo dell’intermediario Giuseppe Antonio Galletta, la promessa di procurare voti da parte di Domenico Laurendi, appartenente al locale di ‘ndrangheta di Santa Eufemia della famiglia mafiosa Alvaro”. In cambio, due mesi dopo le elezioni, secondo la Dda, il senatore si sarebbe interessato per far ottenere il trasferimento a Messina a una dipendente delle Poste, figlia di un affiliato alla ‘ndrangheta”.
Da qui il pubblico ministero ha chiesto la condanna anche per gli altri imputati che hanno scelto il rito abbreviato, con pene che vanno da 3 anni e 8 mesi a 20 anni di reclusione. Tra questi anche il presunto boss Domenico Laurendi, detto “Rocchellina”, e il boss Cosimo Alvaro nei confronti dei quali sono stati chiesti rispettivamente 20 anni e 16 anni di carcere.