Riprende oggi il processo Corsi d'oro 2 sulle presunte truffe ai danni di Regione e Comunità europea attraverso le attività erogate dagli enti di formazione professionale messinese Aram, Ancol e Lumen. Al centro di questo secondo filone processuale, anche le società di Francantonio Genovese, quelle impegnate nel settore come quelle personali dell'onorevole.
Oggi si torna davanti la Corte presieduta dalla dottoressa Silvana Grasso proprio per dare la parola all'avvocato Nino Favazzo, difensore di Genovese. Il legale ha cominciato il suo intervento già alla scorsa udienza, ed ha in scaletta di passare in rassegna, una per una, tutte le contestazioni mosse al deputato, accusato di associazione per delinquere, peculato, riciclaggio, frode fiscale e truffa.
L'avvocato Favazzo ha cominciato il suo intervento come suo stile, insistendo su una serie di questioni procedurali o tecniche. Già durante l'udienza preliminare il legale era intervenuto contestando ad esempio l'utilizzabilità di molti atti che sono parte fondamentale del castello accusatorio della Procura – che ha chiesto per Genovese la condanna ad 11 anni di reclusione e la confisca del patrimonio sequestrato: non sono utilizzabili alcune intercettazioni ritenute chiave, per esempio, così come una serie di testimonianze raccolte dagli investigatori nel corso delle indagini.
L'avvocato è poi entrato nel merito delle accuse, concentrandosi sull'accusa più pesante, quella di associazione a delinquere. Una associazione che non esiste, non è reato – secondo il legale – visto che è composta dai familiari del deputato e da tutta una serie di persone che erano il suo entourage politico, di partito in primo luogo. In sostanza secondo il legale la Procura contesta come reato una serie di comportamenti che sono ascritti alla legittima pratica politica.
Il suo intervento è stato contenuto, alla scorsa udienza. Oggi invece Favazzo parlerà a lungo e forse domanderà di poter usufruire di una ulteriore udienza, l'ultima in calendario prima di Natale.
Il legale, due settimane fa, ha preso la parola dopo l'avvocato Gaetano Pecorella, intervenuto anche lui in difesa dei Genovese. Pecorella non ha usato mezzi termini ed ha affondato sul lavoro della Procura e degli investigatori. In alcuni passaggi non ha lesinato affermazioni dure, tanto che il pubblico ministero ad un certo punto ha preferito abbandonare l'aula.
Alessandra Serio