REGGIO CALABRIA – Per i giudici del Tribunale di Reggio Calabria che lo scorso mese di novembre hanno condannato Giuseppe Falcomatà per abuso d’ufficio, ad un anno e 4 mesi di reclusione, con pena sospesa, in merito alla vicenda “MIramare” dove invece è stato assolto, dall’accusa di falso è il “Dominus dell’intera vicenda ed ideatore del progetto di affidamento diretto del Miramare all’amico Zagarella, sia nella sua veste formale di sindaco, e dunque di soggetto che riveste la più alta carica all’interno della Giunta comunale, sia nella sua veste sostanziale, quale agente direttamente interessato all’approvazione della delibera “Miramare”, alla cui votazione ha partecipato non solo in violazione di legge, alla stregua degli altri imputati, ma anche in spregio all’obbligo di astensione su di lui gravante alla luce dei rapporti intrattenuti con Zagarella”. Una condanna, lo ricordiamo che ne ha determinato la sospensione dalla carica a primo cittadino, in base alla legge Severino.
CONDANNATI ANCHE SETTE ASSESSORI
Nell’inchiesta che ha portato alla condanna anche di sette assessori ad un anno e sette mesi, pena sospesa anche in questo caso, sono emersi i presunti illeciti sulle procedure di affidamento senza bando dell’immobile che un tempo ospitava il “Grand Hotel Miramare”, di proprietà del Comune, all’associazione “Il sottoscala”, riconducibile all’imprenditore Paolo Zagarella, legato a Falcomatà da rapporti di amicizia, che nella campagna elettorale per le comunali del 2014, il primo cittadino sospeso, aveva utilizzato dei locali di proprietà dell’imprenditore come segreteria politica. Per questo, sempre nelle motivazioni dei giudici “È indiscutibile che il primo cittadino, oltre ad avere un rapporto di amicizia con Zagarella, avesse nei suoi confronti anche un debito di riconoscenza”. Una vicenda definita “sciatta e superficiale di gestione della cosa pubblica”.
SINDACO E ASSESSORI HANNO SCIENTEMENTE VIOLATO LE LORO FUNZIONI
Secondo i giudici, sindaco e assessori, infatti, “hanno scientemente violato, nell’esercizio delle loro funzioni, una pluralità di specifiche norme di legge che imponevano regole di condotta non discrezionali». I componenti della Giunta, inoltre, a detta dei giudici, «hanno arrecato, con l’approvazione della delibera comunale, un vantaggio patrimoniale ad un amico del sindaco, procurandogli intenzionalmente un’utilità suscettibile di valutazione economica, con correlativo danno ingiusto per i terzi potenzialmente interessati all’affidamento del Miramare”.