Comincerà il prossimo 12 dicembre il processo per Mario Artieri, il cinquantasettenne accusato di omicidio preterintenzionale nei confronti di Giuseppe Trimarchi.
La vicenda risale al gennaio 2016 quando i due avevano avuto una brutta lite nella zona di Giampilieri. La vittima, Trimarchi, era finita in ospedale dove, dopo 11 giorni di agonia, il suo cuore aveva smesso di battere. Il Sostituto Procuratore Piero Vinci aveva allora aperto un fascicolo d’inchiesta ipotizzando per Ariteri il reato di omicidio preterintenzionale.
Ricoverato in ospedale il 29 gennaio, Trimarchi era stato sottoposto d’urgenza ad un intervento di osteosintesi polmonare, ma la delicata operazione ne aveva compromesso le condizioni respiratorie e l’uomo era spirato il successivo 10 febbraio. L’autopsia aveva poi confermato che fatali erano stati i colpi ricevuti durante la lite con Artieri.
Il Gup Simona Finocchiaro, sulla base delle accuse della Procura, ha stamani rinviato Artieri a giudizio. “Confidavo in una pronuncia diversa da parte del Gup – ha dichiarato Nino Cacia, difensore dell’uomo – non foss’altro perché in sede di discussione si è documentato che l’Artieri, dopo aver ricevuto un colpo di bastone in testa, ha semplicemente tentato di scansare il secondo colpo allontanando il proprio aggressore che ha perso l’equilibrio finendo per terra, circostanza questa evidenziata financo dal nipote del defunto. Il giudizio in corte di assise consentirà di acclarare che l’Artieri, certamente dispiaciuto per le sorti del proprio aggressore, si è solo difeso e che in ogni caso non esiste alcun nesso eziologico tra il fatto traumatico ed il decesso avvenuto ben 10 giorni dopo la lesione, e comunque dopo un intervento di riduzione di frattura in un soggetto con rischio anestiosiologico ASA III”. (Veronica Crocitti)