Erano abbondantemente trascorse le 23 ieri, quando la Corte d’Appello di Messina (presidente Alfredo Sicuro) ha letto in un palazzo Piacentini semi deserto e semi buio la sentenza che ha scagionato l’avvocato Goffredo Sturniolo, accusato di molestie da Karima El Maroug, la marocchina famosa come Ruby Rubacuori.
Il legale messinese, difeso dagli avvocati Tommaso Autru e Nicola Giacobbe, ha tirato un sospiro di sollievo e intravisto la fine dell’incubo, cominciato con la denuncia della ragazza coinvolta nello scandalo del Bunga Bunga ad Arcore.
Accusata dalla ex amica Ester Fragata di aver rubato un prezioso bracciale in un centro estetico diretto da quest’ultima, Ruby ha a sua volta denunciato per induzione alla prostituzione la Fragata, e per abusi il legale. Sturniolo è stato assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste. Non c’è mai stata alcuna violenza, insomma.
In primo grado nel 2017 Ruby, assistita dall’avvocato Sandro Billè, l’aveva spuntata ed aveva ottenuto la condanna di entrambi: 7 anni alla Fragata, 2 a Sturniolo.
Per la messinese, assistita dagli avvocati Nino Favazzo e Antonio Amata, ieri i giudici hanno confermato la condanna, riducendola però a 5 anni.
Adesso si può dire davvero chiusa la parentesi messinese di Ruby, immediatamente precedente al suo arrivo Milano e l’ingresso negli ambienti che poi l’avrebbero portata alla “corte” di Silvio Berlusconi, ma soprattutto al primo degli scandali sessuali che travolsero l’ex premier.
Un periodo travagliato, quello messinese, fatto di passaggi da una comunità ad un’altra e la conoscenza della Fragata, che all’epoca gestiva un centro estetico e che introdurrà la sedicenne Karima nelle feste della Messina-bene.
Prima di arrivare a Messina – intorno al 2009 – la giovane marocchina proveniente da Giardini Naxos, dove vive ancora la sua famiglia, era stata intercettata anche a Oliveri dove, nel 2018, ha trovato il tempo di festeggiare il proprio compleanno con un personaggio di spicco della zona, l’oggi pentito Santo Gullo, conosciuto tramite la figlia di quest’ultimo.