Informare ed indurre alla riflessione. Assistere e accompagnare in percorsi personalizzati. Raccogliere e aggiornare dati approfonditi sul territorio della Diocesi. La Caritas diocesana di Messina si mette in gioco sulla dipendenza da gioco d’azzardo. E lo fa usando gli strumenti che le sono propri: l’ascolto, la verifica, la comprensione, l’individuazione di casi su cui intervenire tramite attività specifiche, l’analisi e l’aggiornamento.
La campagna “Game over” della Caritas sarà illustrata in una conferenza stampa che si terrà martedì 17 dicembre nella Casa della Carità, in via Emilia 19 (Provinciale) alle ore 10,30. Interverranno il direttore della Caritas, padre Gaetano Tripodo, e i due referenti del progetto, Maria Teresa Santangelo ed Enrico Pistorino.
“Nella nostra società – spiega padre Tripodo – giocare è socialmente accettato e promosso, praticamente non esiste momento della giornata nel quale il gioco non sia possibile, diverse generazioni si ritrovano in questa pratica, dagli adolescenti agli anziani. Tutto ciò in qualche modo ‘normalizza’ questo tipo di condotta che, però, conduce con sempre maggiore frequenza ad una dipendenza vera e propria. Le famiglie, i gruppi di amici, gli esperti della salute, la comunità tutta sono chiamati a supportare trattamenti di ‘riabilitazione’ che non esitiamo a definire di ‘liberazione’ da quella condotta compulsiva alla quale soggiacciono alcuni soggetti e che li porta a rischiare soldi, mettere in pericolo la serenità propria e dei propri cari, trasformare in ‘asservimento psicologico’ il normale piacere del gioco”.
Qualche anno fa, ricorda il direttore della Caritas di Messina, la nostra città si è assestata ai primi posti in Sicilia nel gioco d’azzardo e la situazione sembra essersi ulteriormente aggravata. Sono stati 31 milioni di euro quelli incassati nel 2011 dalle 162 ricevitorie esistenti nel comune di Messina, nello stesso anno era di 980 euro il giocato pro capite degli abitanti della provincia, il più alto della regione.
“Alla Caritas abbiamo capito, da una serie di indizi indiretti, che a Messina c’è bisogno di un intervento specifico in questo settore. La crisi economica e sociale in atto, che ha evidenti effetti sulla tenuta psicologica e relazionale dei cittadini, è un elemento che aumenta significativamente i fattori di rischio. Per questa ragione, insieme con i nostri operatori – conclude padre Tripodo – abbiamo deciso di impegnarci direttamente”.