Politica

“Il progetto esecutivo sul ponte a spizzichi e bocconi? Illegittimo”

MESSINA – Il decreto legge Infrastrutture approvato oggi in Consiglio dei ministri autorizza il Mit, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, a dire “sì” al progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto di Messina “anche per fasi costruttive”. Un’approvazione in varie fasi, invece che “entro il 31 luglio 2024”, come era previsto inizialmente nel decreto sul Ponte del marzo 2023 (fonte Rai News). Su questo punto “Invece del ponte” polemizza con il governo.

Si legge in una nota del comitato: “Visto che il progetto esecutivo non potrà essere approvato entro il termine del 31 luglio, ecco un decreto correggi-decreto. Un decreto che stabilisce che, al posto del “progetto esecutivo è approvato entro il 31 luglio 2024”, nella legge si scriva: “Il progetto esecutivo è approvato anche per stralci funzionali”. In pratica, entro dicembre si potrà approvare un progetto definitivo purchessia, che rinvia al vero progetto esecutivo i necessari approfondimenti, studi, prove tecniche, stime parametriche. L’esecutivo, poi, si approverà “a stralci”, ossia a spizzichi e bocconi”.
Continua “Invece del ponte”: “Così, magari a gennaio 2025 si potrà approvare un primo “stralcio funzionale” (es.: espropri e lavori “preparatori”). Se poi studi, prove, approfondimenti dell’esecutivo dovessero chiarire che il ponte non si può fare, pazienza: game over”.

“Una disposizione illegittima”

Insiste “Invece del ponte”: “Qualche migliaia di famiglie senza casa, tante buche e crateri a Messina e Villa S. Giovanni, ma tutti contenti. Eurolink per prima, perché magari avrà ottenuto il diritto a penali pari al 10% dei lavori non eseguiti: oltre 1 miliardo senza dover battere un chiodo. Qualcosa, però, non funziona. La fase esecutiva non potrà cominciare prima del 2025 (cioè fra sei-sette mesi). Cosa c’è di “necessario e urgente”? Non raccontateci che siccome il 31 luglio è fra poco più di un mese, bisogna intervenire subito”.

E ancora: “Non è prevista alcuna decadenza della procedura per inadempienza. Il termine è “ordinativo”, non “perentorio”. Inoltre, modificare le modalità di approvazione dell’esecutivo rende la procedura difforme da quanto previsto nei documenti di gara. E questo viola le norme europee (e italiane)
che tutelano la concorrenza. Insomma: con buona pace del governo, di Salvini e di chi ne potrebbe trarre vantaggio, questa disposizione probabilmente è illegittima e, sicuramente, non può stare in un decreto del governo, perché non è né “necessaria”, né “urgente”. L’ennesima fuga in avanti che dovrà essere assolutamente fermata”.