Centosettanta pezzi antichi di grande bellezza, con colori accesi e sfumature seducenti: brocche e vasi, soprattutto, che Cesare e Doris Zipelli hanno raccolto tra Italia e Spagna in tanti anni, e che sono il cuore del Museo delle Ceramiche nell’antiquarium dell’Università: è solo uno dei ventotto luoghi che anche questo weekend apriranno a Messina per Le Vie dei Tesori. Dopo il successo dello scorso fine settimana – la manifestazione era al suo debutto ed ha raccolto lo stesso 5 mila spettatori, con una punta alla Badiazza, il luogo più visitato in assoluto, con il Forte San Salvatore e il Sacrario di Cristo Re – si replica da domani (venerdì 22 settembre) a domenica. Il Museo delle Ceramiche è aperto sabato e domenica (10 > 17,40) ma già domani (10 > 17,30) si può visitare sia Forte Ogliastri, la fortezza a forma di stella voluta da Carlo V e progettata dal Ferramolino; che Palazzo Zanca, la sede del Municipio che scopre al pubblico il suo segreto, i resti di mura greche e le sculture delle due eroine del Vespro, Dina e Clarenza. E alla rivolta del Vespro è legato alla lontana anche il santuario della Madonna di Montalto, che fu il primo edificio di culto ricostruito dopo il terremoto del 1908: è infatti intitolato alla Madonna che venne in difesa dei messinesi assediati dai francesi, prendendo così il nome di Madonna delle Vittorie (sabato 10 > 14.40 e domenica 12 > 17.40).
Ma è tutta Messina ad essere coinvolta in un unico storytelling che riannoda fili, scopre giardini segreti, si affaccia sul mare e recupera la memoria di una città che, dopo il catastrofico terremoto del 1908, ha saputo ricostruire ne ricostruirsi. Si va sulle tracce di Antonello: dalla chiesa di Sant’Elia dove il pittore firmò un gonfalone per la Confraternita dei Disciplinanti, alla chiesa diSanta Maria di Gesù Superiore, nella cui cripta, leggenda vuole che sia sepolto; fino al Museo Regionale che conserva due sue opere accanto a due tele del Caravaggio, e partecipa a Le Vie dei Tesori soltanto sabato, dalle 10 alle 17,30.
Il festival, nato a Palermo 11 anni fa, per la prima volta ha superato i confini del capoluogo siciliano e abbracciato l’intera isola; sono infatti coinvolte anche questo weekend, un’ottantina di luoghi tra Agrigento, Siracusa e Caltanissetta. Che si aggiungono ai 110 di Palermo, visitabili nei cinque fine settimana di ottobre. La formula è sempre quella rodata del capoluogo, la stessa che l’anno scorso ha fatto accorrere 215 mila visitatori con una ricaduta economica sulla città di circa 2 milioni e mezzo di euro: creare una rete tra i siti noti o poco conosciuti o addirittura inediti, e “raccontarli” tramite visite guidate. Per ogni visita si paga 1 euro (acquistando on line i carnet da 5 o 10 luoghi) o 2 euro sul posto (acquistando i biglietti nei cinque HUB nella città: Museo provinciale del ‘900, chiesa della Santa Maria della Valle – Badiazza, Parco Horcynus Orca, Parco sociale di Forte Petrazza, Sacrario del Cristo Re e Torre Ottagona).
Pronti per partire alla riscoperta della città: per scoprire che esiste un ricovero, quello dei Cappellini, dove sotto i bombardamenti, si rifugiarono 800 persone per volta; che a Messina esistono centinaia di chiese, alcune delle quali – come Gesù e Maria del Buon Viaggio, San Tommaso il Vecchio o il Buon Pastore – aprono soltanto per la messa. E che possiede un giardino segreto, quello amato dal Kaiser Guglielmo II, che vide nascere l’amore tra il diplomatico tedesco Franz von Wantoch Rekowoski e la dolce Luisa Leila Sanderson. Le Vie dei Tesori – che a Messina e Siracusa arriva con il supporto dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali – prevede anche le famose “passeggiate” a tema. L’associazione Aura propone due tour urbani “Sulle orme del mito”, sabato alle 9,30, partenza dalla Fontana del Nettuno; e “Sulle orme del sacro”, domenica, stesso orario, dalla Passeggiata a mare di fronte alla Prefettura. E c’è ancora tempo per sottoscrivere Le Vie dei Tesori Card, per sostenere il Festival e non perdersi nulla, visto che la carta sarà valida in tutte le città del circuito, realizzata in collaborazione con Trenitalia.
Emanuele Morabito