Un lungo e articolato programma, tanti punti chiave che vanno dalla gestione ordinaria ai grandi progetti per cambiare il volto di Messina, la certezza assoluta di “sapere cosa fare”. Non a caso questo è anche lo slogan del suo programma elettorale. Il candidato sindaco di Nuova Alleanza Gianfranco Scoglio ha raccolto anni di esperienza, di idee e di progetti che vuole mettere in campo per la città nell’opuscolo di 28 pagine che focalizza i passaggi salienti di quella che sarebbe la città guidata da Scoglio. Ambizione e concretezza forse le caratteristiche che spiccano di più. La certezza è che, nella sua presentazione, Scoglio si dichiara oppositore delle alchimie politiche e logiche romanocentriche che vogliono Messina al centro di scambi di Palazzo e di aggregazioni di cartelli elettorali incompatibili. Dalla sede di ex Alleanza Nazionale, oggi quartier generale di Nuova Alleanza, Scoglio vuole essere il sindaco che sarà capace di “gestire il presente e progettare il futuro”, recuperando quanto di buono è stato fatto e utilizzando tutte le risorse a cui Messina potrebbe accedere per riappropriarsi di un’identità smarrita negli anni. Per fare ciò però si dovrà evitare a tutti i costi il dissesto.
Gianfranco Scoglio dice categoricamente no ad un eventuale dissesto per le ricadute che avrebbe per dipendenti in esubero e lavoratori a termine, oltre che per la perdita di credibilità con la Comunità Europea per i progetti da finanziare. Il dissesto si evita riorganizzando la macchina amministrativa e organizzando in modo diverso i servizi. Come? Il candidato di Nuova Alleanza “sa cosa fare”.
Di quella che considera la gestione ordinaria fanno parte ad esempio la riorganizzazione dell’apparato burocratico del Comune, dei servizi legali dell’Ente e del Collegio di difesa. Poi ci sono i trasporti: costituzione di una società mista con Rfi e privati per la gestione di tram, metroferrovia e collegamenti a pettine verso i villaggi, Ztl e isole pedonali nel centro storico, ricollocazione del personale. Poi i punti caldi di questa campagna elettrale: Rada San Francesco e Porto di Tremestieri. Per Scoglio liberare la Rada sarà priorità della sua amministrazione. Dunque interventi a Tremestieri e realizzazione della via del Mare e via Don Blasco con spostamento del traffico veicolare al molo Norimberga. Tutto ciò si lega anche al progetto di un unico lungomare che parte dalla stazione marittima e arriva all’Annunziata, un lungomare per il quale si dovrebbero demolire i padiglioni della Fiera che non sono di interesse storico, ma soprattutto strappare quelle aree al demanio portuale e militare, eliminare tutte le barriere che impediscono di “vedere” il mare. Continuando a scorrere il programma c’è l’intento di privatizzare l’intero ciclo di raccolta e gestione dei rifiuti e staccare la spina con il “business” della discarica che costa al Comune milioni di euro l’anno. L’idea potrebbe essere creare un sito in città, Puntale Arena, bonificata, potrebbe essere la soluzione. Per i servizi sociali (vedi articolo correlato) via libera all’affidamento tramite appalto e all’accreditamento delle strutture e delle imprese in grado di offrire servizi alla persona che i cittadini potranno scegliere tramite voucher. In tema di risanamento, invece, smantellamento e riammodernamento di villaggi come Giostra, Camaro, Villaggio Aldisio, Gavitelli, poi affitti con canoni concordati per famiglie disagiate. Per i commercianti invece agevolazioni sulla tassa di occupazione suolo per chi userà arredi che provengono dal riciclo, incentivi fiscali per i proprietari di aree agricole che decideranno di impegnarsi nella produzione di prodotti nostrani sotto il marchio Messina e agevolazioni a chi poi userà questi prodotti. Per il verde pubblico Scoglio pensa ad una convenzione con l’Azienda Foreste, sul fronte della cultura c’è il potenziamento del Museo del Palacultura e la riattivazione della Consulta della Cultura.
Sullo sfondo però c’è sempre il Piano Strategico Messina 2020, lo strumento da cui dovrà passare il futuro della città. Nel Messina 2020 c’è il nuovo Piano regolatore generale che dovrà essere un piano di demolizione e non certo di costruzione, la sdemanializzazione delle aree portuali e militari, il Piano particolareggiato di recupero delle zone ex Zis, la Città della Scienza, il recupero del Parco ferroviario e la Via del Mare, il diportismo, il sistema turistico Ganzirri-Capo Peloro-Mortelle-Tono-Orto Liuzzo, San Saba-Rodia, Acqualadrone, con strutture capaci di attrarre turisti, e i villaggi collinari affidando spazi in concessione a privati; per lo Sport la proposta è di unificare le due squadre di calcio cittadine alla società Polisportiva Messina alla quale conferire l'utilizzo degli impianti del San Filippo e Palasport con procedura pubblica coinvolgere privati per realizzare nelle aree del San Filippo un Centro direzionale, commerciale, culturale, riabilitativo e ricreativo. E lo stadio Celeste? Per Scoglio va demolito immediatamente. E non manca un riferimento al Ponte. Per il candidato di Nuova Alleanza il discorso Ponte deve essere riaperto perché Messina ha perso un’occasione importante di sviluppo.
Non essendo un volto nuovo della politica messinese scontato chiedere perché tutto questo non lo abbia realizzato prima. Scoglio risponde che da assessore della giunta Buzzanca il suo lavoro è stato tanto, cita la riqualificazione della Chiesa Santa Maria Alemanna, il lungomare di Santa Margherita, Forte Ogliastri, l'Istituto Marino di Mortelle, i progetti che hanno ricevuto i finanziamenti, il Palacultura ultimato dopo anni, quello stesso Piano strategico approvato solo poche settimane fa. Da primo cittadino Scoglio è pronto a dimostrare che tutto ciò che c’è nel suo programma si può fare. Anche perché lui sa come si fa.
(Francesca Stornante)