La Regione penalizza Messina e la sua Atm. Nonostante l’azienda trasporti messinese sia quella che, con dati alla mano, negli ultimi anni ha dimostrato un trend di ripresa, nonostante sia evidente la cesura con un passato disastroso e con numeri che a tutti i livelli avevano toccato i minimi storici, la Regione paga meno contributi chilometrici di quelli che spettano al Comune di Messina e all’Atm. Una discriminazione che avviene anche rispetto a Catania e Palermo, dove evidentemente ogni km percorso da bus vale di più di quelli totalizzati nella città dello Stretto.
Un’anomalia che sta facendo perdere a Messina milioni di euro: dal 2012 ad oggi mancherebbero infatti all’appello oltre 16 milioni di euro. Una cifra da capogiro che adesso i vertici di Palazzo Zanca e Atm hanno intenzione di recuperare. Anche a costo di fare causa alla Regione. Per questo motivo martedì mattina l’assessore Gaetano Cacciola e il direttore Giovanni Foti andranno a Palermo per incontrare il dirigente del Dipartimento regionale delle Infrastrutture, della Mobilità e dei Trasporti, Fulvio Bellomo. Una riunione fissata dopo l’ultima visita in città del presidente Rosario Crocetta, necessaria per provare un’intesa politica sulla questione. Altrimenti sarà inevitabile il contenzioso legale.
L’Atm ha messo tutto nero su bianco partendo da un dato generale: «La Regione Sicilia ha un triste primato: ha ridotto dal 2012 ad oggi le risorse regionali a favore del Trasporto pubblico locale su gomma più di tutte le altre regioni italiane, attestandosi ad un -32% contro una media nazionale del -12%».
In questo quadro si inserisce la beffa che colpisce la nostra città: «L’Atm di Messina, pur essendo l’Azienda che negli ultimi tre anni in Sicilia ha registrato le migliori performance di miglioramento per riportare, dopo anni di disastri, il servizio a livelli minimi di soddisfazione della mobilità messinese, è quella che è maggiormente penalizzata: infatti mentre alle altre due Città Metropolitane è riconosciuto da sempre un rimborso dei chilometri intorno ai 2,4-2,5 euro per ogni km, dal 2012 l’Assessorato Regionale riconosce ad Atm un contributo/corrispettivo di esercizio annuo definito dagli uffici regionali su “base storica” che determina un contributo nettamente minore». L’Atm paga dunque un passato che di certo non le ha fatto guadagnare una buona fama a livello regionale. Ma, proprio perché oggi le cose stanno in modo diverso, appare ingiusto continuare a pagare anche quando invece il percorso intrapreso è totalmente in un’altra direzione.
Con numeri alla mano ecco come la Regione ha pagato sempre meno: nel 2012 contributo di 2,04 euro per km, contro i 2,38 euro/ km che spettavano. Nel 2015 è sceso a 1,39 per km, contro, i 2,47 euro/km sulla carta. Ancora una riduzione nel 2016 con 1,26 euro/km, fino a 1,14 euro a km per il 2017, quando invece per entrambi gli anni ogni chilometro dovrebbe valere 2,46 euro.
Questo significa che, per esempio, solo per il 2016 il Comune di Messina incasserà 4,6 milioni di euro in meno del valore atteso dall’Azienda trasporti per i chilometri effettuati con i bus. Un problema analogo si era verificato anche per l’AMT di Catania, ma la questione è stata risolta poche settimane fa con un accordo transattivo, supportato dall’Avvocatura di Stato. Quindi, Cacciola e Foti chiederanno che sia riconosciuta al Comune di Messina per il contratto di servizio con l’Atm una maggiorazione di circa 4,6 milioni del corrispettivo annuo. Per il 2017 la maggiorazione dovrebbe addirittura ammontare a 5,6 milioni di euro.
Somme a cui né il Comune né l’Atm hanno intenzione di rinunciare. Martedì si va a Palermo. Se Messina non vedrà riconoscersi quanto le spetta si passerà alle vie legali.
Francesca Stornante