Il caso Piemonte è ormai un teatro dell’assurdo e quando pensiamo che la commedia sia finita scopriamo che il sipario è sempre aperto e che le sorprese non finiscono mai.
E’ un coro di proteste dopo l’ultimo provvedimento preso dal dg del Papardo Vullo, il più recente di una serie, e che dispone la chiusura notturna del Pronto soccorso.
Insomma da lunedì gli incidenti, le necessità di soccorso urgente dovranno essere posticipati al giorno dopo oppure avvenire esclusivamente di giorno. Tutto questo nonostante l’esistenza di una legge, la 24, salutata come “la salvezza del Piemonte” e che invece si sta rivelando un alibi per nasconderne la chiusura.
Mentre l’assessore Gucciardi annuncia querele nei confronti della Uilfpl e di Anaao-Assomed colpevoli di aver denunciato i disagi e i ritardi e sta zitto di fronte ai provvedimenti di chiusura disposti dal suo manager, in campo sono tornati gli esponenti del Comitato salvare l’ospedale Piemonte.
In conferenza stampa a Palazzo dei Leoni Renato Coletta, Michele Barresi e Antonio Monreale avrebbero voluto dire: “l’avevamo detto noi” ed avrebbero avuto anche ragione nel sottolinearlo, ma hanno lanciato l’ennesimo appello alla città, alle forze politiche ed a quanti vorranno unirsi ad una battaglia che dura dal 2014.
“Questo è un omicidio premeditato. Nei giorni scorsi abbiamo dato l’allarme per la chiusura notturna della guardia attiva di anestesia, poi è arrivata la sospensione dei ricoveri a Medicina, adesso il Pronto soccorso resterà chiuso per 12 ore al giorno- commenta Renato Coletta- Di fronte al silenzio di quella deputazione che per mesi ci ha parlato di salvezza dell’ospedale non resta che fare due appelli. Uno al sindaco Accorinti affinchè impugni subito il provvedimento di Vullo, ed un altro al procuratore capo Lo Forte, anche per sapere che fine hanno fatto le 3 denunce presentate dal Comitato in questi anni”.
Gli esponenti del Comitato hanno poi ricordato come il prefetto abbia per ben due volte sollecitato Vullo ad assunzioni a tempo determinato, ma al momento ci sono soltanto 7 medici sia al Pronto soccorso del Papardo che a quello del Piemonte.
In realtà il provvedimento di chiusura notturna del Pronto soccorso del Piemonte viola l’ordinanza di ottobre firmata da Accorinti che, se la si rilegge, resta in vigore fino a quando non sarà concretizzato l’accorpamento Ircs-Piemonte.
Il Comitato quindi chiede al primo cittadino di far valere davanti a tutte le sedi competenti l’ordinanza che ha firmato nei mesi scorsi. Peraltro la stessa legge 24 prevede, come ricordato dall’assessore Gucciardi due giorni fa, che Vullo assicuri, nelle more della fusione, il miglior funzionamento del presidio e dei servizi annessi.
Il provvedimento quindi, pur adottato per fa fronte ad una criticità, viola sia l’ordinanza sindacale che la legge regionale.
“Gucciardi minaccia di querela i sindacati ma poi si scopre che i sindacati avevano ragione” commentano in conferenza stampa. Vullo ha disatteso quanto dichiarato dal suo stesso assessore ma a quanto pare Gucciardi preferisce puntare il dito contro chi denuncia i disagi.
“E’ clamoroso il silenzio di Accorinti di fronte a quanto sta accadendo, anche perché l’ordinanza l’ha firmata lui- spiega Michele Barresi- Non possiamo stare zitti di fronte al fatto che il Pronto soccorso è stato trasformato in una bottega, con orario 8-20. Ed è sconcertante il silenzio di tanti deputati che avevano parlato di salvezza del nosocomio. A questo punto Accorinti ha due possibilità: o fa valere la sua ordinanza o va dritto in procura”.
Il Comitato tornerà a chiedere l’intervento della Procura, sollecitandola anche a sapere che fino hanno fatto gli esposti presentati, nel frattempo il M5S che con la deputata regionale Valentina Zafarana ha portato avanti una battaglia per scongiurare quel che pare sempre più probabile, continua ad essere al fianco del Comitato. Antonio Monreale, a nome dei dipendenti della ex Provincia invita ad una nuova mobilitazione generale e non si escludono iniziative “forti” nei prossimi giorni. In realtà è chiaro che le manifestazioni di protesta non hanno portato a nulla.
La situazione è paradossale, perché c’è una legge 24 che è rimasta nel limbo. Nel frattempo, disattendendo a quanto previsto da atti ufficiali, il dg Vullo continua l’operazione di smobilitazione annunciata sin dall’agosto 2014.
Il rischio sempre più concreto è che il giorno in cui nascerà l’Ircs-Piemonte,sempre ammesso che accada, nel frattempo il Pronto soccorso sarà chiuso, in barba alla legge stessa ed agli impegni solenni presi da tutti, deputazione, giunta Crocetta e ministero.
Il coro di proteste ha fatto registrare gli interventi degli esponenti di Forza Italia Formica, Grasso, Rinaldi, Gullo, della Uilfpl, Anaao Assomed, Cisl, e dei consiglieri comunali Libero Gioveni, Elvira Amata, Benedetto Vaccarino, Giuseppe Santalco, Nora Scuderi, Carlo Cantali, Giuseppe Trischitta.
Intanto è stato pubblicato il decreto attuativo sulla Gazzetta ufficiale della Regione e questo potrebbe cambiare di molto le cose, dal momento che da oggi è stato avviato ufficialmente il percorso di concretizzazione e le decisioni sul Piemonte dovranno essere prese non da Vullo ma dall'Irccs.
Puntuale l’intervento dei vertici dell’Irccs Neurolesi, Angelo Aliquò, Dino Bramanti e Bernardo Alagna: “Lavoriamo nella consapevolezza che occorre definire al più presto il transito dell’ospedale Piemonte sotto la responsabilità dell’Irccs Bonino Pulejo. Infatti, il rispetto della L.R. 24/15, e del successivo Decreto del Presidente della Regione n. 551 del 2016, impone la garanzia della operatività in sicurezza del Pronto Soccorso e prescrive di garantire tutti i necessari adempimenti per la piena attività assistenziale. L’Istituto Bonino Pulejo non intende fare altro che rispettare quanto prescritto dalle norme e fare in modo che la salute e la sicurezza delle persone sia garantita nel miglior modo possibile attraverso un Pronto Soccorso funzionante h24 e la piena operatività dei reparti. Viste le difficoltà di questi giorni, stiamo accelerando al massimo l’iter procedurale per potere subentrare nella gestione amministrativa ed operativa del Presidio. L’Assessore Gucciardi e il suo staff ci hanno verbalmente rassicurati sulla possibilità di reclutare temporaneamente personale per la continuità e la garanzia del servizio e noi agiremo di conseguenza perché intendiamo essere componente che aiuta a risolvere i problemi nell’interesse collettivo”
Rosaria Brancato