Dallo scorso mese di febbraio, il plesso in contrada Frischia di Castanea è chiuso per inagibilità. Secondo una prima stima effettuata dai consiglieri dei Democratici Riformisti, che per primi avevano sollevato la questione, servirebbero appena 10mila euro per gli interventi utili a riaprire un presidio di pronto soccorso fondamentale per un territorio di 33mila abitanti che, nel periodo estivo, triplicano.
A tornare alla carica, adesso, sono i consiglieri della VI circoscrizione, Mario Biancuzzo, Valeria Ballariano, Nunzio Cardullo, Giovanni Celi, Giusi Feminò e Domenico Nastasi, che si rivolgono al Comune, alla Regione, alla Prefettura, all’Asp ed al servizio regionale del 118. In attesa dei lavori a Castanea, la richiesta è quella di situare il servizio nell’ex scuola di Spartà.
“Con l’attuale trasferimento in città del 118 – si legge in una nota – i tempi di percorrenza per i mezzi di soccorso sono molto lunghi e diventano determinanti per salvare la vita ai cittadini in situazioni di pericolo”.
Se l’iniziativa dei consiglieri è approvata dall’intero territorio, altrettanto non può dirsi per la ripartizione dei fondi Tasi. In particolare, tre associazioni (“Il Lanternino”, “Vento dello Stretto” e “Tuteliamo Casabianca e Faro Superiore”) lamentano una cattiva ripartizione all’interno del quartiere dei fondi derivanti dalla Tasi, “circa 250mila euro destinati solo a Torre Faro, Ganzirri, Sperone, Pace, Sant’Agata, Curcuraci, Salice e Castanea”.
Balza all’occhio l’assenza di Faro Superiore che, secondo le associazioni, “probabilmente sconta la ‘colpa’ di non aver eletto al Consiglio di circoscrizione alcun rappresentante nativo dell’antico borgo. Si segnalano, sul punto, il totale abbandono delle contrade Casalotto e Badessa, prive di scerbatura e di illuminazione, dove vivono circa 2.000 persone ed a causa del buio pesto è persino pericoloso uscire di casa durante la sera, nonché la mancanza di bitumazione e la generale condizione di dissesto della via Belvedere e della via Messina”.
L’attacco ai consiglieri va oltre le condizioni di Faro Superiore. “Quello che l’attuale Consiglio sistematicamente omette di considerare – concludono le tre associazioni – è che la particolare conformazione del territorio circoscrizionale, composto da tanti villaggi, ognuno dei quali costituente una realtà a sé stante con proprie peculiarità ed esigenze, impone il rispetto di un nucleo minimo di regole di uguaglianza e di non discriminazione della cittadinanza residente”.