Politica

Proposta a De Luca: sinistra e destra come le targhe alterne

di Marco Olivieri

7 GIORNI D’ORDINARIA FOLLIA – Il lunedì “no ponte”. Lotta dura e senza paura. Il martedì più possibilisti: “Ma sai che, poi, ‘sto ponte non è così male?”. Il mercoledì terzomondisti e filo migranti: basta muri, barriere e ingiustizie. Il giovedì più cinici e spietati: “Dei migranti non mi frega nulla, anzi mi servono proprio come manodopera e per pagare le tasse degli italiani. Ma sono una merce preziosa nel mercato elettorale della paura. Il perfetto capro espiatorio”. Il venerdì sì alla patrimoniale. Il sabato meno tasse per i ricchi. La domenica, come “dolce”, una spruzzatina di “autonomia”. Parola chiave anche se spesso priva di sostanza. Ma “cos’è la destra, cos’è la sinistra?”, cantava Gaber, consapevole della crisi d’identità dei modelli politici di riferimento. Ma la nostra proposta è chiara: data la svolta a destra del leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, perché non provare ad allearsi a giorni alterni con centrodestra e centrosinistra?

Perché non provare l’ebbrezza provata dalle targhe? Ecco il futuro. La vera alternanza. D’altronde, ora sembra una provocazione, una proposta paradossale, ma chi lo sa? La politica in questi anni ci ha abituato a tutto: presunte nipoti di Mubarak, bunga bunga, le porte girevoli nei partiti come schema fisso, con continue migrazioni di schieramento. E ancora: l’europarlamentare e candidata del centrosinistra Caterina Chinnici che passa a Forza Italia, giuramenti e proclami che si sciolgono come neve al sole, canzoncine, pianti e tanti slogan e spot facili facili. E personaggi quasi impossibili da distinguere rispetto alla versione satirica.

“Nessuno tocchi Cateno”, anche La Vardera lo abbandona ma il leader non si discute

Nel frattempo, cresce la povertà assoluta in Italia, mentre il governo Meloni ha pensato bene di eliminare il reddito di cittadinanza? Ma sì, “ma che ce frega”. Conta lo spettacolo, la giostra della politica, che deve continuare. In questo contesto tragicomico, ma nella sostanza drammatico, che cosa vogliamo che sia l’addio, motivato, di Ismaele La Vardera a Sud chiama Nord? Cosa vogliamo che sia l’elogio senza se e senza ma del leader De Luca da parte di Laura Castelli, folgorata sulla via di Fiumedinisi dopo l’esperienza da sottosegretaria Cinquestelle all’Economia?

Ecco il pensiero della presidente di ScN: “Se oggi esiste una speranza di riscatto per tutti i siciliani, là dove tutti hanno fallito, quella speranza si chiama Cateno De Luca. L’esperienza mi porta a dire che non bisogna solo riconoscersi in un leader, ma bisogna sempre avere fiducia in lui, anche quando non capisci il perché di quella azione. Soprattutto se quella persona ha fortemente creduto e investito in te, sotto ogni punto di vista”. “Nessuno tocchi Cateno”, insomma, e il capo non si discute mai. O quasi mai.

La crisi della politica, ipotesi De Luca un giorno Che Guevara e un giorno Thatcher

Sono vicende minori a livello nazionale ma eclatanti per il territorio messinese e siciliano. Né possiamo pretendere che sia il capo politico ed ex sindaco di Messina a rimediare a un problema enorme nella politica italiana ed europea: l’assenza di partiti capaci di combinare un impianto ideologico e culturale serio con la capacità di studiare la realtà. Studiare e conoscere per poi intervenire per cambiare l’esistente. Però, non si sa mai, Cateno, “facci sognare”. Un giorno Che Guevara e un giorno stile Thatcher. In alternativa, potrebbe decidere il pubblico da casa. Via al televoto.

Foto dalla pagina Fb di Cateno De Luca.