La prima pietra la pose nell’aprile del 1930 il re Vittorio Emanuele III. A progettarlo l’ingegnere Bianco. Costò qualcosa più di 3 milioni di lire e fu inaugurato il 25 ottobre 1933. L’ex ospedale Regina Margherita è un pezzo di storia di questa città e come tanti pezzi di storia ha finito per essere abbandonato. La grande struttura che affaccia sul viale della Libertà nel 2003 avrebbe dovuto essere riconvertita in struttura riabilitativa per 182 posti letto, attraverso un’operazione di project financing.
Nel 2006 questo passaggio sembrava cosa fatta, si parlava di concessione ai privati (la società Tecnis) imminente nel marzo di quell’anno, di polo di eccellenza pronto a nascere. Quel progetto si arenò, mentre i locali dell’ex ospedale Margherita diventavano terra di nessuno (e quindi di vandali e di abusivi). Il piano di riconversione in struttura riabilitativa per 182 posti è scomparso del tutto nel giugno 2010, con decreto assessoriale. Così ancora oggi in una piccola parte dell’edificio ci sono uffici amministrativi dell’Asp, in tutto il resto regna il degrado.
Uno scempio inaccettabile, che ha portato ad un’idea le cui origini risalgono al gennaio 2010: Giovanni Ardizzone, deputato regionale dell’Udc, era ancora vicesindaco e lanciò l’idea di realizzare, proprio nell’ex ospedale, una “cittadella della cultura” dove concentrare tutti gli uffici regionali sparsi in sede affittate per oltre 700 mila euro, su tutte la Soprintendenza e la Biblioteca regionale. Di fatto Ardizzone rilanciava la proposta già avanzata in precedenza dall’allora direttrice della Biblioteca Sandra Conti e che aveva trovato il consenso anche del prefetto Alecci. Ne nacque pure un’ipotesi di fattibilità con tanto di studio preliminare. Tanta carne al fuoco che ha portato ad un ordine del giorno presentato all’Assemblea Regionale Siciliana dallo stesso Ardizzone e approvato dal parlamento regionale il 30 aprile scorso.
Con quell’ordine del giorno l’Ars ha impegnato il governo regionale a farsi promotore proprio della riconversione del Margherita in cittadella della cultura ed oggi questa ipotesi non sembra più fantascienza. Lo testimonia una nota inviata ad agosto dall’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao al collega con la delega alla Salute, Massimo Russo (che nel 2010 aveva paventato la messa in vendita della struttura). «L’Assemblea – scrive Armao – ha autorevolmente impegnato il Governo della Regione ad avviare un’indagine conoscitiva circa i motivi che hanno determinato l’attuale condizione di degrado ed abbandono dell’ex struttura ospedaliera, a verificare i danni derivanti da tali criticità, ivi compresi gli oneri connessi al contenzioso giudiziario relativo al project financing per la riconversione mai operata dell’ospedale in centro di riabilitazione. L’impegno del Governo viene a riguardare anche la promozione dell’ex ospedale a sede della “Cittadella della Cultura” per la cui realizzazione è stata incaricata la Soprintendenza ai Beni culturali di Messina, senza tralasciare un’attività di concerto con il Comune per la destinazione dei locali residui ai fini della fruizione culturale».
Armao va oltre, anzi, anticipa i tempi: «Nelle more della definizione del progetto – afferma – reputo opportuno che gli uffici della Biblioteca regionale e della Soprintendenza possano intanto trasferirsi presso l’ex ospedale Regina Margherita che, peraltro, in parte risulta occupato da altri uffici statali». A Russo, Armao chiede «che gli uffici dell’assessorato alla Salute producano una debita informativa circa lo stato di attuazione dei procedimenti attivati per la restituzione alla città del complesso sopra menzionato affinché nell’ambito di un comune coordinamento istituzionale, finalizzato a valorizzare l’esistente patrimonio ex-ospedaliero a vantaggio delle comunità e delle istituzioni locali, possano utilmente contribuire i competenti gli uffici del dipartimento del Bilancio e del Tesoro». Forse siamo a una svolta per quella storica struttura diventata una storica vergogna.