Un unico ente che raggruppi gli otto comuni della Valle dell’Agrò. E’ l’ultima proposta lanciata dal sindaco di Santa Teresa Cateno De Luca che nel suo discorso inaugurale del 2014 ha ufficializzato e esposto la sua idea davanti alla comunità santateresina, rivolgendo l’appello ai sindaci di Sant’Alessio, Forza d’Agrò, Limina, Roccafiorita, Savoca, Antillo e Casalvecchio. Al coro di “uniamoci per non soccombere”, De Luca ha sviscerato tutti i vantaggi che ne deriverebbero dalla fusione che darebbe vita a un distretto di poco meno di 20 mila abitanti, con un territorio con grandi potenzialità turistiche che, grazie al sostanziale risparmio economico e agli incentivi regionali e statali, potrebbe investire nel miglioramento delle infrastrutture. Il piano è ambizioso e per il sindaco di Santa Teresa è l’unico modo per sottrarsi alla mannaia che pende sul collo dei comuni. 5 milioni di spese l’anno in meno è il calcolo stimato da De Luca senza contare i contributi del governo nazionale.
Un solo sindaco, un civico consesso, un segretario comunale, tagli al personale. Si comincerebbe da qui e la novità fa chiaramente storcere il naso agli “inquilini del palazzo” così come lo stesso De Luca li definisce. E se questi inquilini opporrano resistenza a staccarsi dalle comode poltrone, la soluzione è presto pronta: normativa alla mano, De Luca parla della possibilità di indire un referendum di un terzo degli elettori di ogni singola comunità. Ma le comunità la fusione la vogliono? A parte i consensi personali che il primo cittadino ottiene dai suoi elettori, ufficializzazioni dagli altri comuni non ne arrivano per il momento, ma sulla sua pagina facebook, De Luca fa sapere che “le adesioni a favore della fusione degli otto comuni della Val d’Agrò aumentano ogni giorno che passa”.
Il progetto rientra nell’idea di riqualificazione del comprensorio dell’Alcantara che, secondo il sindaco, deve smettere di guardare a Messina, apostrofata con aggettivi poco lusinghieri ("versante schifoso"), e rivolgersi al versante Taormina-Catania, definito invece "versante produttivo, a cui nulla ha da invidiare". Il disegno sembra appetibile per il comprensorio, almeno a parole e almeno in superficie. Poi, è necessario guardare più a fondo, con almeno un occhio alle responsabilità di gestione che una sola persona avrà nell’amministrare un’area che otto singoli sindaci hanno gestito – bene o male lo giudicheranno i cittadini interessati – in tutti questi anni.
Giusy Briguglio