I momenti di crisi, come di cambiamento, si sa, rappresentano una opportunità. La particolare fase storica che stiamo vivendo può certamente essere considerata allo stesso tempo un momento di crisi e di cambiamento tanto nel mondo della cultura, dello spettacolo dal vivo e delle arti performative, con particolare riferimento al teatro, quanto nell'assetto e nella riorganizzazione delle modalità di svolgimento delle funzioni pubbliche sul territorio.
Il sistema di sostegno pubblico alle istituzioni e agli operatori del mondo dello spettacolo sta subendo da alcuni anni un radicale stravolgimento lungo una direttrice che porta a rimettere in discussione prassi consolidate e rendite di posizione – iniziando dalla tanto contestata riforma del FUS, e a livello regionale dall’introduzione del FURS – con la conseguenza che tanti saranno i soggetti travolti da questo spirito pseudo-rivoluzionario. Tuttavia, in questo scenario di transizione, si possono positivamente registrare una apertura da parte del mondo dell'istruzione nei confronti del teatro, una maggiore attenzione ai temi della contaminazione artistica, che superi gli steccati tra discipline diverse, e della territorialità, con una particolare enfasi sulle residenze e i circuiti. Allo stesso tempo occorre sostanziare l’istituzione della nuova Città Metropolitana, e le sue funzioni di promozione dello sviluppo locale e di programmazione anche socio-culturale.
Tutto ciò per Messina, e per i tanti centri che ne compongono la comunità metropolitana, può rappresentare una opportunità. Tra il capoluogo e gli altri centri della nuova Città Metropolitana esistono infatti oltre dieci teatri, perlopiù comunali, di dimensione variabile, che rappresentano un patrimonio in buona misura inespresso. Solo pochi di essi, e con crescenti difficoltà, riescono a programmare stabilmente una propria stagione artistica.
In una logica di sistema potrebbero invece essere autentici motori di diffusione di cultura e vitalità come snodi fondamentali di un vero progetto di rete.
Creare un network stabile e organizzato tra teatri, rappresenterebbe una grande innovazione alle nostre latitudini, anche se si tratta di una strada già percorsa altrove con risultati positivi. Tra le tante esperienze virtuose voglio ricordare i "Teatri Abitati" pugliesi, l'AMAT, Associazione Marchigiana per le Attività Teatrali, attiva dal 1976, l’ATCL – Associazione Teatrale fra i Comuni del Lazio, l'Associazione "Firenze dei Teatri", fino a giungere alla più recente esperienza di "Politeatro", una rete tra piccoli teatri metropolitani napoletani, che si pone l'obiettivo di avvicinare il pubblico cittadino ai teatri più piccoli e creare nuove sinergie tra le varie strutture. Oltretutto potrebbe perseguire, magari con successivi accordi con altre realtà regionali, l’accesso alle risorse del FURS per lo svolgimento di attività di distribuzione e di circuitazione di spettacoli, di formazione e promozione del pubblico (art. 7 l.r. 25/2007), e del FUS per i circuiti regionali in ambito teatrale (art. 24 d.m. 1 luglio 2014) o multidisciplinare (art. 40 d.m. 1 luglio 2014).
Mettere in rete i teatri, sotto una regia comune della Città Metropolitana e con il supporto artistico che possono fornire ad esempio il Teatro Mandanici e il Vittorio Emanuele, rappresenterebbe una opportunità straordinaria per riaprire e vivere con continuità spazi che hanno un altissimo valore simbolico per le città e per i piccoli centri. Oltre agli evidenti benefici di tipo economico-gestionale (si pensi solo all'acquisto di spettacoli per un numero maggior di repliche), fondamentali sarebbero la possibilità di sperimentare, di lavorare su una pluralità di registri, di offrire occasioni di crescita alle compagnie locali ma anche di attrarre artisti da fuori, di accrescere il bacino di pubblico, di coinvolgere appieno il mondo delle scuole.
É necessario un piano complessivo di attività d'investimento nell'economia delle arti che favorisca fermenti innovativi nel sistema teatrale. Messina, con il suo territorio così esteso, potrebbe rappresentare uno "spazio" sufficientemente ampio ed articolato per sviluppare una rete metropolitana su un tematismo qualificante e coerente con le vocazioni locali.
Per tutte queste ragioni, appare fondamentale non lasciar sfuggire una tale opportunità, anticipando e assecondando quella che sarà una direzione obbligata se si ritiene di investire sulla cultura e sulla creatività diffusa e capillare, del resto, come sostenuto da Einstein "è nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato".
Giuseppe Ministeri