Il Comune di Messina affoga in un mare di debiti (secondo il commissario Croce ed i suoi esperti ammontano addirittura 500 milioni di euro) ed il default è ad un passo. Il risanamento economico e finanziario del Comune , dunque, non può essere solo un semplice punto del programma dei due candidati a sindaco, Renato Accorinti e Felice Calabrò, ma il punto centrale, dal quale passa – almeno sulla carta – il futuro dell’ente e della città. Se Palazzo Zanca fallisse, le conseguenze sarebbero nefaste (vedi correlato) e gli effetti a catena minerebbero dalle fondamenta la precaria stabilità economica di Messina, la cui crisi coinvolge già interi settori.
Evitare il dissesto è quindi, un “must” sia per Accorinti che per Calabrò. Tuttavia, le sorti finanziarie del Comune di Messina dipendono dalla valutazione del Piano decennale di riequilibrio, ancora al vaglio del sottocommissione ministeriale ma già di fatto “bocciato” dalla Corte dei Conti, cui spetterà l’ultima parola sul documento. Il piano di riequilibrio, peraltro, arriverà sul tavolo dei magistrati contabili “monco” del contratto di servizio tra Amam e Comune, in virtù del quale erano state previste entrate pari a 150 milioni di euro in 10 anni.
Nella prima fase della campagna elettorale, sia Accorinti che Calabrò avevano condiviso insieme agli altri candidati (con la sola esclusione della Saija del Movimento Cinque Stelle) la proposta lanciata dal candidato sindaco Gianfranco Scoglio di inviare una lettera al Ministero, con in calce la firma del commissario straordinario Lugi Croce, per chiedere la sospensione dell’esame del piano in attesa che si insediasse il nuovo sindaco e apportasse le modifiche necessarie a colmare il gap dei 150 milioni di euro. La missiva è partita, ma non è dato sapere se da Roma è arrivata una risposta. Gli unici che conoscano gli sviluppi della vicenda sono Croce ed i suoi esperti, che rimangono però chiusi nelle loro stanze e… nel loro silenzio.
Ma torniamo ad Accorinti e a Calabrò, al loro programma e alle loro “ricette” per risanare i conti pubblici. Entrambi gli aspiranti sindaco puntano sul taglio della spesa e sul contenimento dei costi, ma se il candidato sindaco del centro-sinistra mira innanzitutto al tutto al risanamento del Comune, il candidato sindaco di “Cambiamo Messina dal Basso” vola alto e pensa allo sviluppo economico della città .
Nel programma di Calabrò pubblicato sul sito felicecalbròsindaco.it si legge che «il percorso di risanamento economico e finanziario dell'Ente comunale passa necessariamente attraverso l'applicazione delle norme di spending review, nonché una pianificazione della riduzione dei costi e della razionalizzazione della spesa corrente frutto di una azione integrata su molteplici voci del bilancio comunale». Entrando nello specifico, il candidato del centro-sinistra elenca una serie di misure che consentiranno al Comune di risparmiare da un lato ed incassare dall’altro e annuncia : un Piano di razionalizzazione dei fitti passivi; un Piano speciale di accertamento e riscossione delle entrate in materia di fitti attivi, oneri concessori e di urbanizzazione, sanatorie edilizie, tributi comunali specifici, anche attraverso la predisposizione di piani di rientro personalizzati; un Piano di dismissione degli immobili di edilizia residenziale pubblica (circa 1500 unità abitative), anche attraverso convenzioni con Istituti di credito per fornire garanzie sui finanziamenti alle famiglie meno abbienti; un Piano di valorizzazione o dismissione dei grandi immobili comunali, così come di quelli di modesto valore, anche con l’ausilio delle Società di Gestione o Fondi Immobiliari attraverso bandi comunitari. Calabrò spiega, inoltre, che farà per riportare al segno + i conti di Palazzo Zanca farà affidamento «sugli introiti derivanti dalla cessione dei diritti di superficie alle cooperative edilizie; sul risparmio energetico immobili comunali; sul risparmio su costi di gestione degli uffici comunali predisponendo una centrale unica degli acquisti e definendo in modo stringente i contratti di servizio esterni secondo criteri di congruità, economicità ed efficienza. In quest'ottica si ipotizza anche l'adozione negli uffici comunali di software gratuiti open source; sull’attrazione Fondi comunitari; sulla riorganizzazione amministrativa e decentramento».
Il candidato sindaco del centro-sinistra non ha mai fatto mistero di voler puntare sulla «riorganizzazione della macchina amministrava» al fine di favorire maggiori livelli di efficienza e di produttività ed offrire maggiori servizi ai cittadini». Un obiettivo che Calabrò intende raggiungere attraverso l’attuazione di alcuni interventi «assolutamente essenziali e non più posticipabili: riduzione dei dipartimenti e razionalizzazione delle responsabilità dirigenziali in relazione ai settori di intervento; riorganizzazione dei servizi con individuazione specifica e univoca delle competenze dei dipartimenti attraverso un'apposita conferenza dei dirigenti; ottimizzazione e valorizzazione del personale, con riscontri positivi in termini di produttività e qualità del lavoro; nuovo sistema meritocratico di premialità collegato alla performance dei singoli sipendenti, a prescindere dalla qualifica; adeguamento della normativa relativa all'accesso, all'inquadramento ed alla progressione di carriera dei pubblici dipendenti; impegno a garantire la regolarità dei pagamenti dell'Ente nei confronti dei dipendenti e dei creditori terzi, anche definendo una pianificazione certa».
Nel programma di Accorinti non si parla tanto di risanamento delle casse comunali quanto di «sviluppo economico della città di Messina, che passa per il sostegno al lavoro e alle imprese». Il leader di “Cambiamo Messina dal Basso” annuncia «interventi rivolti alla crescita della domanda interna, unico fattore in grado di rilanciare le attività commerciali».
«Il volume di affari della distribuzione – si legge nel programma pubblicato sul sito renatoaccorintisindaco.it – può crescere solamente se la domanda complessiva (locale ed esterna) aumenta di dimensione. È dunque evidente che la risposta alla crisi non può fondarsi sull’aumento delle tasse, che implicano una riduzione della domanda esercitata dalle famiglie. Nel disegno di una città “possibile”, gli interventi programmatici previsti per l’economia mirano a rafforzare tanto la prima che la seconda componente».
Per quanto concerne la componente locale della domanda, Accorinti si propone di attuare «un immediato piano di risparmio della spesa comunale, puntando su importanti voci di efficientizzazione». Il pacifista elenca quindi una serie di misure che verranno attuate nel caso in cui fosse lui ad indossare la fascia tricolore: « il taglio dei costi della politica (azzeramento o riduzione molto importante dei compensi per il Sindaco e degli Assessori); la a rimodulazione delle indennità aggiuntive per la dirigenza, da sottoporre a criteri pubblici di valutazione; la lotta agli sprechi (ad esempio, il risparmio sui 130.000 Euro l’anno dovuti alla manutenzione dei tornelli-barriera, il taglio delle consulenze, una accorta gestione degli approvvigionamenti); immediate iniziative di efficientamento energetico, che possono implicare risparmi superiori al 20% nel costo delle utenze elettriche». Accorinti punta, inoltre, anche su «un sostenibile piano di recupero (con ampia rateizzazione) dei crediti vantati dal Comune » e promette anche la costituzione di «un fondo di sostegno al lavoro, con il fine anche di regolarizzare e stabilizzare l’occupazione precaria». Il professore ritiene infatti che «il supporto ai redditi da lavoro delle famiglie costituisce il più importante elemento di sostegno alla domanda e – per conseguenza – all’attività commerciale degli esercizi cittadini».
Per ciò che riguarda la domanda “esterna”, Accorinti ha in programma la realizzazione di almeno due interventi strategici: il primo mira a sfruttare la presenza dei tantissimi croceristi realizzando nello spazio fieristico una “cittadella del Made in Sicily” per l’accoglienza ai turisti, che troveranno prodotti di qualità dell’artigianato e delle arti di Messina, realizzando anche spazi di “duty free”. Nel programma di Accorinti viene spiegato che la « “cittadella del Made in Sicily” sarà dotata delle più avanzate tecnologie al fine di favorire anche le attività di e-commerce ed il raggiungimento di mercati non locali (nazionali o esteri)».
Il secondo intervento strategico consiste nella costituzione dello sportello “crescimpresa”, che grazie alla collaborazione di Camera di Commercio, Azienda Speciale, Università, CNR, Enti della formazione, dovrà svolgere «un ruolo di informazione, trasferimento tecnologico, ricerca e sviluppo e rapidi interventi per la formazione a favore delle imprese, al fine di accrescere la produttività e la competitività della produzione messinese, oltre a realizzare servizi reali (quali, ad esempio, il supporto alla partecipazione a mostre e fiere, la realizzazione di materiale promozionale, depliants, siti internet in lingua straniera per favorire l’esportazione del prodotto locale)».
Nelle intenzioni di Accorinti, il rilancio dell’economia locale e l’incremento della domanda dovrà passare, infine, attraverso «i piani per lo sviluppo della green economy, dell’edilizia, della cantieristica, finanziati con appositi fondi regionali, nazionali o europei».
Renato Accorinti e Felice Calabrò hanno messo le loro proposte sul piatto, ai messinesi la possibilità di scegliere a chi affidarsi per sperare che si passi presto dalle parole, seppur scritte, ai fatti. (Danila La Torre)